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L’agricoltura pugliese è in sofferenza. Conseguenze dei cambiamenti climatici, batteriosi, crollo dell’export: una serie di concause che, finora, è stata affrontata in modo emergenziale. È necessario intervenire in maniera sistematica, cercando soluzioni capaci di rilanciare il comparto nel suo complesso – spiega il presidente di Confagricoltura Puglia Luca Lazzàro – Un grande aiuto può venire dall’Europa e in particolare da misure atte ad armonizzare il costo del lavoro agricolo all’interno dell’Unione europea”.

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A rilanciare il tema delle politiche anti-dumping nell’area Euro è stato nei giorni scorsi il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, secondo il quale “tra le prime questioni da portare all’attenzione del nuovo Parlamento europeo e della nuova Commissione c’è il superamento delle condizioni di dumping, a partire dal costo del lavoro, che si registrano tra gli Stati membri e che alterano il funzionamento del mercato unico”.

Secondo i dati del Rapporto Ismea 2018 sulla competitività dell’agricoltura italiana, il costo del lavoro in agricoltura per addetto in Italia costa 4mila euro in più che in Spagna. E così pure l’incidenza degli oneri sociali è più alta nel nostro Paese rispetto a Spagna o Germania.

“Un intervento organico di armonizzazione non è solo necessario, ma è anche possibile – spiega il presidente di Confagricoltura Puglia Lazzàro – mettendo mano per esempio alla fiscalizzazione degli oneri contributivi, che potrebbe essere allargata a vantaggio di quelle imprese capaci di rispettare alcuni standard, che possono essere qualitativi o di sostenibilità ambientale o di rispetto delle normative in materiale di lavoro”.

“Abbiamo bisogno di una volontà politica diretta a eliminare gli effetti distorsivi del dumping interno alla Ue – spiega Lazzàro – e al contempo capace di uscire da questa logica emergenziale che sta caratterizzando da tempo gli interventi legislativi in materia agricola e di immaginare politiche sistematiche e strategiche”.

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