«Si chiude l’anno che ha visto la ripresa del nostro olio e registrato buoni risultati per il vino, in quantità e qualità, ma per il 2016 ci auguriamo soprattutto d’avere un nuovo possibile modello di sviluppo, fatto di innovazione e sostenibilità». Luca Lazzàro, presidente di Confagricoltura, saluta così l’anno che sta per concludersi, un 2015 difficile per tanti versi eppure foriero di grandi novità.
«A partire dall’Expo – dice il presidente – in cui il binomio cibo sano e Made in Italy è stato protagonista, e dove abbiamo portato la nostra esperienza di agricoltori in prima linea».
Nelle produzioni d’eccellenza, come vino e olio appunto, ma anche su temi meno scontati: «Abbiamo condotto una lunga e dura battaglia, assieme ad altre organizzazioni, per la questione dell’Imu agricola – ricorda Lazzàro – e alla fine abbiamo ottenuto un buon passo in avanti nella Legge di Stabilità, compreso il prossimo vaglio della Corte costituzionale. E abbiamo dato il nostro contributo per far partire, dopo qualche incertezza e ritardo, i Psr della Regione Puglia, punto cruciale all’interno della programmazione finanziaria 2014-2020 e in cui è riconosciuto un ruolo importante degli agricoltori nella tutela ambientale». Un capitolo a sé, l’ambiente: «Voglio ricordare – rimarca Lazzàro con orgoglio – che siamo l’unica organizzazione di categoria che si è costituita parte civile nel processo “Ambiente svenduto”. Taranto ha davvero un disperato bisogno di cambiare aria e i tarantini meritano, e hanno il diritto, di vivere in una terra migliore: è questo il mio augurio per il 2016. Con un impegno che sento di poter prendere come rappresentante del mondo agricolo e, in particolare, dei nostri associati: noi faremo la nostra parte, come sempre e come abbiamo fatto anche sul versante controverso della Xylella, a tutela e difesa di un ambiente di cui ci sentiamo non proprietari ma custodi».
Senza dimenticare il fondamentale caposaldo del lavoro: «Credo sia necessario –sottolinea Lazzàro – seguire la linea dettata dal nuovo disegno di legge volto a contrastare il caporalato e lo sfruttamento del lavoro in agricoltura. Tuttavia, ritengo opportuno intervenire su alcune criticità, in particolare sulle sanzioni alle aziende, stante il rischio di colpire indiscriminatamente invece di sanzionare i veri sfruttatori. E poi bisogna rafforzare il ruolo e le funzioni della Rete del lavoro agricolo di qualità e, contemporaneamente, trovare nuovi modelli organizzativi del lavoro in agricoltura, un compito su cui tutte le rappresentanze dovrebbero impegnarsi concretamente facendo sì che non si scrivano più ‘libri dei sogni’ nella contrattazione collettiva, con l’effetto collaterale che le imprese stentano ad essere competitive».
Attorno a questi due fulcri, sviluppo e lavoro, ruotano altri temi su cui Confagricoltura Taranto ha investito molte energie: la ricerca (con il protocollo d’intesa firmato con l’Università di Bari), l’impegno nel sociale (l’accordo con il Carcere di Taranto per creare un’azienda modello), la valorizzazione della multifunzionalità in agricoltura, puntando su agriturismi, bioenergie e ruralità. Tanti “rivoli” che sfociano in un obiettivo concreto: «Vogliamo continuare – conclude Lazzàro – a impegnarci per un settore primario capace di produrre reddito per chi vi lavora e cibo sano e di qualità per i consumatori. Buona agricoltura a tutti».