Primitivo di Manduria
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Si è conclusa la vendemmia 2024 per ciò che concerne le uve Primitivo di Manduria: una raccolta anticipata, con grande gradazione ma con una produzione in perdita che supera il 40%.

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Vendemmia uve Primitivo di Manduria anticipata

Si può racchiudere, sostanzialmente, in questo sunto la vendemmia di quest’anno. Un raccolto che è partito molto presto, con circa due settimane di anticipo, motivato dal forte caldo registrato in estate e la prolungata siccità.

Cantine aperte quindi in largo anticipo hanno potuto beneficiare di uve con una gradazione alcolica davvero importante. Qualche esempio: nel sanmarzanese e fragagnanese, vigneti di pochi anni, che generalmente avevano registrato gradazioni tra i 18 e i 20, sono saliti fino ai 23 gradi.

Dimezzato il consueto raccolto

Grappi piccoli e mediamente poco consistenti nel peso hanno determinato una produzione, in termini di quantità, che ha dimezzato il consueto raccolto. Dopo l’avvento della Peronospora che condannò la produzione del 2023 e l’arrivo imprevisto del forte abbassamento del costo di acquisto delle uve dal viticoltore, quest’anno è stato il clima ha dettare la linea di mercato.

Perdite in produzione intorno al 40%

La forte siccità, l’assenza di piogge, il mancato importante rialzo dei prezzi di acquisto (si attendono le ufficialità) hanno lasciato in ginocchio gli agricoltori e produttori: ci sono aziende che non sono riuscite a produrre oltre 45 quintali ad ettaro. Altre, fuori dal coro, hanno avuto una perdita “moderata” (tra il 35 e il 38%), Buonaparte invece si è attestata tra il 40 e il 50%.

@tarantoexperience Bellissime #uve di #primitivo di Manduria pronte per la cantina. #vendemmia2024 ♬ suono originale – Taranto Experience

Crisi del settore ma aumento del Doc

I soldoni di alcuni anni fa sono ormai un lontano ricordo. La crisi che sta attraversando il settore vitivinicolo e le uve di Primitivo sono ormai un dato di fatto. Si continua a sostenere che le cantine sono piene di vino (le giacenze), tuttavia però l’annata dovrebbe premiare, o per lo meno asciugare le lacrime, con la produzione del DOC, rispetto all’IGP.

Dopo due anni ci si potrà risollevare?

Al calo dello scorso anno dovuto alla peronospora si è aggiunto un forte caldo produttivo quest’anno legato alla siccità: un calo che ha quindi determinato una produzione di vino inferiore rispetto agli anni d’oro. Un biennio di produzione limitata e ridotta basterà a svuotare le giacenze e ridare splendore al settore nel prossimo anno?

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