«Oggi, 12 Agosto, si è riunita la III Commissione Sanità con la presenza dell’On. Ludovico Vico e la Consigliera regionale Francesca Franzoso, per discutere sul riordino del San Marco. Il Comitato ha presentato un documento dove dichiara che continuerà sulla sua strada, facendo riferimento all’art. 1 comma 5 lett. c del D.M.70, il quale sancisce che la programmazione sanitaria regionale deve essere adottata tenendo conto delle eventuali specificità del territorio regionale e per provincia, documentati sulla base di criteri epidemiologici, chiaramente presenti a Taranto e provincia.» Lo rende noto con un comunicato il “Comitato in difesa dell’Ospedale San Marco” di Grottaglie.
«E’ evidente – prosegue il comunicato – che nella pianificazione iniziale, Grottaglie è stata tagliata fuori pur essendo nel comprensorio del Sant.ma Annunziata di Taranto e rientrando quindi in quei parametri e criteri epidemiologici che sono legati ai problemi di salute dell’intero territorio.
Il Presidente Emiliano si arrampica sugli specchi quando afferma che non vi è correlazione tra i criteri epidemiologici di Taranto e Grottaglie e si contraddice in maniera chiara, insieme a Rossi, quando poi invece, include Grottaglie e richiede al Parlamento la deroga per Taranto per gli stessi motivi confermando in caso positivo la messa in funzione al 100% del Nosocomio San Marco.
La verità è che tutti gli investimenti sono stati spostati altrove, infatti non sono stati fatti i concorsi, non sono state fatte le assunzioni ed è stato smembrato l’Ospedale.
Se passa questo scellerato riordino ospedaliero, si può richiedere addirittura lo stato di emergenza salute a Taranto in attesa del San Cataldo che vedrà la luce tra 7 anni, come detto dallo stesso Emiliano. Tutto questo è stato confermato non soltanto dai tecnici addetti ai lavori, ma anche dal Sindaco di Taranto e da molti Consiglieri regionali.
Il Governatore – conclude il comunicato il “Comitato in difesa dell’Ospedale San Marco” di Grottaglie – continua a proporci la situazione Trani, vendendo come innovativi i nuovi investimenti sul territorio, che in realtà non fanno altro che essere parte delle nuove normative dei LEA (livelli minimi assistenziali), e che sono prestazioni che hanno solo un ruolo di supporto in territori coperti da servizi essenziali ospedalieri. Questo non avviene a Taranto che è nel caos e ha un rapporto posti letto territorio che è infimo rispetto alle esigenze del territorio stesso.
Le nostre motivazioni e le nostre analisi fanno riferimento ad una normativa statale, il D.M: 70 e per questo il Comitato continuerà la sua lotta. »