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Come per la maggior parte delle cose della vita, ogni vantaggio che otteniamo comporta un prezzo da pagare. Spesso si tratta di un prezzo meramente economico: vogliamo che ci consegnino a casa la pizza? Paghiamo il rider; vogliamo evitare di fare la fila all’ufficio postale per pagare IMU o ICI con il modello F24? Usiamo un centro servizi privato pagando la relativa commissione; e così via.

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In altri casi il prezzo è meno materiale, ma non sempre meno caro; la elettronica diffusa nelle nostre automobili è comodissima, salvo poi quando la centralina fa le bizze e non possiamo neppure abbassare un finestrino per prendere un po’ d’aria. Avere le nostre carte di credito sullo smartphone è utilissimo, ma se la batteria è scarica è come se fossimo senza una lira.

Altre volte ancora, il prezzo corrisponde ad una truffa, ad un furto, ad una sorta di rapina perpetrata non con le armi, ma attraverso computer o telefoni cellulari, con esiti altrettanto gravi. Certo, alcune truffe storiche, come quella dello specchietto dell’auto danneggiato o quelle dei finti impiegati delle aziende di distribuzione energetica non passano mai di moda, ma a queste si sono affiancate – purtroppo – anche quelle perpetrate online, sfruttando non di rado la minore dimestichezza che gli anziani hanno con i dispositivi elettronici.

Truffe online e identità fasulle

Ci sono bande di truffatori seriali che fingono di essere militari di stanza in terre lontane per carpire i sentimenti di donne sole, promettendo una romantica storia d’amore una volta risolti i loro problemi, e ci sono incontri “bollenti” che trasformano una avvenente ragazza in una spietata estortrice, così come non mancano sedicenti corteggiatori che sui social ci propongono chat a luci rosse, salvo poi minacciare di condividere le immagini compromettenti con i nostri contatti, se non pagheremo il loro silenzio.

Ancora, ai famigerati virus e trojan informatici del secolo scorso, si sono affiancati gli hacker che rubano password o “sigillano” il nostro computer, minacciando di renderlo nuovamente accessibile solo dopo il pagamento di un riscatto, solitamente in bitcoin.

Altra truffa molto diffusa è quella perpetrata attraverso finte email o SMS in cui un corriere ci avvisa di una mancata consegna, chiedendoci di compilare un modulo con i nostri dati per sbloccare la pratica. Inutile dire che quella pratica non esiste e che i dati da noi forniti hanno tutt’altro scopo.

Truffe bancarie, un problema globale

Con l’aumento esponenziale degli sportelli bancari virtuali, è di conseguenza anche aumentato il numero delle truffe contro i correntisti online, tentate nei modi più ingegnosi.

Se un tempo, per proteggere la sua pensione da borseggiatori e scippatori bastava che l’anziano titolare nascondesse bene le banconote (a volte adottando soluzioni a metà tra l’ingegnoso e il grottesco) così come, prelevando fisicamente i soldi allo sportello del Bancomat, bastava avere cura di occultare da occhi indiscreti il codice PIN digitato sulla tastiera, oggi spesso è proprio l’utente incauto a fornire ai truffatori quanto serve loro per concludere con successo la loro azione criminosa.

E’ bene quindi ricordare quali sono le accortezze principali da adottare per evitare la maggior parte dei rischi. Qualche lettore obbietterà che si tratta di consigli banali ed al limite della ovvietà, ma purtroppo è proprio quando una azione sembra troppo facile e quasi inutile che tendiamo a non eseguirla, con conseguenze a volte drammatiche.

Tecnologia e rischi

Pur senza cedere a inutili isterismi o a controproducenti allarmismi, ogni volta che ci accingiamo ad una operazione bancaria dovremmo prendere in considerazione la possibilità che possa essere in atto un tentativo di frode mirato a farci effettuare trasferimenti di denaro oppure a carpire le informazioni di sicurezza, personali o finanziarie relative al nostro conto corrente.

Una volta tutte le operazioni venivano eseguite “a sportello”, oggi abbiamo la possibilità di eseguire comodamente da casa, a qualunque ora del giorno, ma questo – come detto – comporta che le frodi stanno aumentando e diventando sempre più difficili da individuare, e per proteggersi occorre fare attenzione a chiamate vocali, messaggi Whatsapp, SMS, notifiche e mail, che contengono richieste sospette, a maggior ragione quando queste provengono da istituti diversi da quello con cui abbiamo usualmente rapporti oppure quando il testo presenti evidenti errori di ortografia e sintassi, prova che è stato composto con un traduttore automatico.

Potremo così ricevere email o SMS fraudolenti (smishing), oppure essere contattati da sedicenti operatori bancari che ci invitano ad effettuare la registrazione di nuovi apparecchi a noi associati con la scusa che quelli che usiamo solitamente sono stati disconnessi per un disservizio tecnico, oppure qualcuno potrebbe insistere per farci confermare trasferimenti di denaro tramite CBILL, MAV o RAV su conti e per utenze a noi sconosciuti.

Consigli semplici ed efficaci

Prima di tutto è bene ricordare che nessun istituto di credito e nessun ente fornitore di servizi ci contatterà mai per chiedere i nostri dati, per confermare operazioni o variare password e codici di accesso; quindi, nel caso in cui ricevessimo una tale richiesta, il tentativo di truffa è praticamente certo!

Primo e più importante gesto di cautela è quindi quello di non comunicare mai i propri dati, a nessuno che non sia una persona di nostra fiducia e della cui identità siamo certi oltre ogni ragionevole dubbio.

E’ bene quindi non comunicare mai a nessuno, neppure a chi al telefono si presenti come un nostro amico o familiare, i dati della nostra carta di credito o debito oppure credenziali, codice utente, password, pin dispositivo e codici temporanei ricevuti via SMS.

Altra cautela da adottare è quella di non trasferire denaro su richiesta, neppure piccole cifre di qualche centinaio di euro, cedendo magari alla emozione generata da una chiamata telefonica concitata o minacciosa che ci avvisa di un incidente occorso ad un nostro familiare.

Se dobbiamo diffidare di chi al telefono si presenta come nostro amico o familiare senza fornircene certezza, a maggior ragione dobbiamo essere cauti nell’aprire messaggi sospetti provenienti da mittenti sconosciuti. Mai cliccare su link, allegati o immagini che riceviamo tramite email, SMS, messaggi social o WhatsApp. Non basta che il mittente sia (apparentemente!) il nostro istituto bancario o uno dei contatti che abbiamo in rubrica.

Leggiamo sempre bene il contenuto dei messaggi e quello che ci viene richiesto di fare, ed in caso di dubbio prendiamo tempo e chiediamo conferma al mittente.

Stessa cautela va adottata nei confronti di telefonate sospette; non facciamoci ingannare da chi ci chiede di fornire dati personali, codici di accesso o di confermare disposizioni in uscita comunicando codici o inquadrando QR code. Anche in questo caso, se abbiamo dei dubbi, chiudiamo la telefonata e contattiamo il referente della nostra banca, chiamando il numero che utilizziamo normalmente e non quello da cui abbiamo ricevuto la chiamata sospetta.

Praticamente tutti gli istituti bancari utilizzano, per le loro operazioni online, delle app dedicate da installare sul proprio smartphone. Utilizziamo quindi app aggiornate e scaricate dai siti ufficiali, assicurandoci sempre di essere sul sito ufficiale del nostro istituto bancario.

Prevenire è meglio che reprimere, è quindi opportuno tenere sempre aggiornati tanto i contatti email e telefonici dei nostri referenti che i dispositivi del nostro computer. Sistema operativo, e browser prima di tutto, ma anche software antivirus ed anti-tracciamento (ne esistono di efficaci anche gratis).

In caso di dubbio, prendiamoci qualche minuto, facciamo le opportune verifiche e non cediamo alla emozione ed alla fretta del nostro interlocutore!

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