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«All’indomani del tragico evento avvenuto a Taranto in un palazzo di via Pupino, dove a causa dell’esplosione di una bombola si è avuto il crollo parziale di una costruzione, che ha provocato la morte di una persona e il ferimento di altre sei, mi sento di fermarmi a fare delle riflessioni». Inizia così una nota stampa dell’onorevole Giancarlo Cito, testimone oculare delle fasi dei soccorsi.
«Sono arrivato circa venticinque minuti dopo il crollo – racconta Cito – e sono stato sul posto per oltre quattro ore. Innanzitutto desidero rivolgere il mio pensiero ai rappresentanti delle forze dell’ordine. In prima linea nei soccorsi non si sono risparmiati carabinieri, vigili del fuoco, poliziotti, finanzieri, che per ore hanno scavato nelle macerie per cercare di salvare le vittime rimaste intrappolate nel crollo. A collaborare anche protezione civile e agenti di polizia municipale. Avevano formato una vera e propria catena umana, passandosi massi anche pesantissimi con la speranza di trovare tutti i residenti del palazzo sani e salvi. Li ho guardati tutti con profonda ammirazione: non è scontato e tantomeno usuale vedere ufficiali che non si astengono dalla fatica di scavare anche a mani nude con spirito di abnegazione e collaborazione».
Poi l’onorevole Cito compie una riflessione tecnica, da geometra ed ex vigile del fuoco. «L’incidente occorso ieri avrebbe potuto avere conseguenze ancora più gravi, se i solai non avessero avuto forma di cupola. Chi ha conoscenza di elementi di fisica sa bene che la forma del solaio a cupola ha attenuato il cosiddetto colpo d’ariete, distruggendo il solaio, senza permettere che i colpi rimbalzassero da una parete all’altra. Oggi, invece, leggo sui quotidiani locali alcune dichiarazioni che mi lasciano esterrefatto. Non posso sentir dire – continua Cito – che se non si sono avuti danni peggiori è stato grazie al fatto che il palazzo era agibile. Se si è evitata una tragedia più grave è per quanto ho spiegato prima. Nel caso, infatti, di un’abitazione con un solaio moderno, si potevano avere effetti più devastanti. Fortunatamente non è stato così».
Poi l’onorevole Cito racconta di aver visto sul posto per pochi minuti il sindaco Ippazio Stefano, il quale avrebbe promesso assistenza alla famiglia della vittima deceduta, provvedendo anche alle spese del funerale. «Non sarebbe dovuto rimanere sul posto fino alla fine delle fasi dei soccorsi per solidarietà alle vittime e alle forze dell’ordine? – si chiede Giancarlo Cito – Restano, inoltre, da capire ancora tante cose, dal motivo per cui nello stesso appartamento vi fossero ben otto bombole a quello per cui non si è intervenuti la sera precedente quando pare che vicini di casa avessero avvertito un forte odore di gas. Inoltre mi chiedo perché si pianga sul latte versato anziché fare il necessario per la prevenzione. Negli ultimi tempi, anche a causa della presenza di un sempre maggior numero di zingari ed extracomunitari si verificano a Taranto episodi preoccupanti. Mi riferisco – dice l’on. Cito – a quanto avvenuto pochi mesi orsono in un condominio di via Leonida, nei pressi di via Dante, in un appartamento abitato da zingari ed extracomunitari. Si verificarono tafferugli ed aggressioni ed un ufficiale dei carabinieri fu costretto ad intervenire salendo con una scala aerea dei vigili del fuoco e ad entrare da una finestra con giubbotto anti-proiettili. Io stesso assistei allo svolgersi dei fatti, così come al crollo di una parte interna di un palazzo di via Diego Peluso, angolo via D’Alò Alfieri, in cui gli zingari, che vi risiedevano, si scoprì che rubavano energia elettrica. All’interno vi era di tutto, anche bombole che potevano esplodere da un momento all’altro.

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Si può vivere – si chiede in conclusione – in queste condizioni nella città di Taranto? È la domanda che io pongo a tutti».

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