«Torno a parlare, non certo per avere visibilità, ma solo perché non posso continuare a stare alla finestra. Mi riferisco a quanto sta accadendo a Taranto. Faccio una premessa doverosa: io amo questa città, dove vivono i miei figli e i miei nipoti, ma, mi dispiace dirlo, è una città morta.» Ad affermarlo non è un cittadino qualunque ma Giancarlo Cito, un personaggio che – nel bene e nel male – ha caratterizzato la vita politica di Taranto.
«Non voglio apparire come un nostalgico – scrive Cito, ma a volte fa bene ricordare che non è sempre stato così. Oggi e da diversi anni a questa parte Taranto è una città invivibile, a dirlo è la classifica stilata dal “Sole 24 ore”. Un tempo quando sono stato sindaco, Taranto era una città vivibile, quarta a livello nazionale ed io ero il terzo sindaco più amato d’Italia, con il 78,5% delle preferenze.
Un segno tangibile della sofferenza della mia Città – evidenzia Cito – è la condizione dei commercianti. Mi duole il cuore quando passo per le vie della Città assistere ogni giorno alla chiusura di attività commerciali, o a scene in cui gli esercenti stanno all’ingresso delle proprie attività aspettando invano clienti che non arrivano. La crisi c’è, si sente e riguarda non solo Taranto. Ma mi chiedo quali strategie l’amministrazione comunale stia mettendo in atto per fermare l’emorragia di chiusure e fallimenti.
Le soluzioni per aiutare il commercio ci sono e sono dietro l’angolo. Intanto si potrebbero eliminare in gran parte della città i parcheggi a pagamento, altrimenti è logico che il cittadino preferisce andare nei centri commerciali, dove parcheggia la propria auto senza pagare alcunché. E poi se ne parla tanto, ma si fa ben poco, andrebbero messe in campo azioni di contrasto all’abusivismo.
Via D’Aquino nel fine settimana è letteralmente invasa da abusivi che vendono merce contraffatta, a tutto danno dei commercianti regolari subissati dalle tasse. Cosa fa il comandante dei vigili urbani?
E poi – accusa Giancarlo Cito – quando arrivano investitori che decidono di realizzare progetti che portano anche occupazione, vengono puntualmente fermati e ostacolati. Mi riferisco all’ampliamento del 20 per cento dell’Auchan, già esistente sul territorio. Si tratta di un investimento dai 50 agli 80 milioni di euro, anche con posti di lavoro. Un progetto partito sei anni fa.
Da allora alcuni componenti dell’amministrazione comunale, col Sindaco dormiente, impediscono lo sviluppo del territorio. Non è che io voglia fare il giurista, anche se lo sono, ma è lecito parlare di omissione e abuso in atto d’ufficio. La commissione consiliare CAT (Assetto del Territorio) ha mandato la documentazione agli organi preposti e al Sindaco, affinché si svolga il consiglio comunale sull’argomento. Consiglio comunale che poi sarebbe chiamato a esprimersi democraticamente. Nessuna commissione consiliare può sostituirsi al consiglio comunale.
Mandare all’Avvocatura il 7 ottobre 2014, come ha fatto il Sindaco, il verbale della Commissione Assetto del Territorio dell’8 agosto scorso, non ha senso, perché l’avvocatura non è competente sull’argomento. Trascorsi altri mesi senza nessuna decisione assunta, io avendo avuto tra le mani la documentazione e i verbali sull’argomento, mi sono recato dal Sindaco che, su mia personale sollecitazione, ha inviato nuovamente tutto all’Avvocatura il 22 ottobre scorso.
Purtroppo – afferma Cito – comincio ad avere la certezza che queste lentezze burocratiche nascondano interessi da parte di alcuni esponenti politici. Uno di essi, in particolare, sfrutta la buona fede dei commercianti tarantini, per farsi la campagna elettorale per le prossime regionali.
Un altro suo collega, consigliere comunale di maggioranza, difende interessi privati di un imprenditore, che verrebbe leso dalla presenza di altre attività commerciali.
Auspico che gli interessi personali vengano messi da parte a favore del bene comune. »