Quando una persona che conosciamo ci lascia, al dolore, al dispiacere e alla sensazione di vuoto, si affiancano immancabilmente i ricordi. Impronte di una singola vicenda o di un complesso di esperienze del passato riaffiorano, indelebili, nella nostra mente.
E’ un processo quasi meccanico. Scientifico.
Ieri si è spento l’avvocato. Tonino, Don Antonio. Un uomo tutto d’un pezzo si diceva una volta.
Diversi i ruoli che ha ricoperto nella nostra società. Svariati gli incarichi di fiducia che il popolo gli ha riconosciuto.
Sui social in queste ore si rincorrono le attestazioni di stima. Chi lo ricorda per la sua passione per il calcio, chi per il basket, chi per la sua presenza nella Pruvas.
Tanti giovani si sono innamorati della politica ascoltando quella voce roca.
Per loro è stato un esempio, un riferimento, una guida, ma soprattutto un maestro. L’eleganza, il rispetto, la cordialità, gli sono riconosciuti da tutti.
E’ stato un maestro. Un conoscitore profondo delle attività che si riferiscono alla vita pubblica e agli affari pubblici. Una virtù più che un pregio. Un’arte, quella di fare politica, acquisita nelle sedi istituzionali ma anche tra la gente.
Non aveva mai fretta. Quando lo incontravi si intratteneva sempre con piacere. Come se avesse, davanti a se, tutto il tempo a disposizione per ascoltarti.
Ecco… è proprio la capacità di ascolto che ricordiamo dell’avvocato. Sapeva cogliere il senso delle parole che ascoltava. E quando ribatteva aveva la capacità di passare da un’orazione verbale complessa e formale a una più semplice e vicina al popolo. La capacità di ascoltare il suo interlocutore gli alleggeriva quell’aria imponente che la sua sagoma mostrava.
Ti avvicinavi a lui dignitosamente intimidito, uscendone forte e sicuro, risultati di un legame che sapeva instaurare. Tanti politici oggi lo ringraziano. Hanno imparato molto. Ma soprattutto si sono innamorati della Politica, quella con la P maiuscola.
Grottaglie e la sua comunità perdono un grande personaggio. A lui il nostro ricordo, quello di chi lo ha conosciuto, di chi con lui si è confrontato.
Piace immaginarlo in piazza Regina Margherita, mentre guarda ammirato il rosone e il frontale della Chiesa Matrice. In piedi, con il borsello sulla spalla e mezzo sigaro tenuto tra le labbra. Ci scruta, ci riconosce e accenna con quel suo mezzo sorrisetto e quella voce roca: “Caro amico mio…”
Ciao Avvocato…