Questa mattina la politica ha deciso di intervenire sulla crisi che sta interessando il commercio a Grottaglie.
Un protocollo d’intesa con la Confcommercio prevederà degli interventi per incentivare un settore che nella città delle ceramiche sta attraversando una crisi che non si vedeva da anni. Provare per credere. Lasciate l’automobile e passeggiate, a piedi, su via Marconi, via Diaz, via Parini o via Alfieri. Lo scenario è, a tratti, desolante e mortificante: serrande abbassate, vendesi attività, negozi chiusi, attività storiche cessate. E chi sta meglio(?) lotta ogni giorno contro il commercio elettronico e quello dei grandi centri commerciali. Chi ha avuto il coraggio di continuare, nonostante le pressanti difficoltà, sta facendo i salti mortali completi di piroette e rotazioni.
La crisi, è innegabile, è forte. Affitti elevati, spese insostenibili, tasse al massimo fanno il paio con i clienti che abbandonano le piccole botteghe o i piccoli negozi ammaliati dai bassi costi dell’ecommerce o dallo struscio nelle gallerie delle grande strutture di vendita. Una crisi profonda che non riguarda solo il commerciante ma un’intera comunità. Chi pensa che questo sia un problema di chi alza la serranda ogni mattina sbaglia. E di grosso pure. Questo non è un’affare solo dei commercianti. Negozi chiusi o che stentano significa economia che non cresce ma che implode. Negozi chiusi generano insegne spente, vetrine vuote. Meno passeggio, meno vita. Quindi terreno fertile per lo sviluppo della microcriminalità e del vandalismo. Nell’ottica del grande sistema commerciale che ha sempre caratterizzato la nostra città i negozi sono anche luogo di incontro, sfondo della vita di quartiere, punto di riferimento per il vicinato. A volte anche compagnia per chi vive da solo. Certo, questo, non è un problema solo di Grottaglie ma una situazione che sta interessando tutto il Paese. Mah nella nostra città lo avvertiamo direttamente. E se ci sono attività che hanno chiuso perché l’avvento delle nuove tecnologie ha prodotto nuovi scenari, vedi le agenzie di viaggio, le edicole, i negozi di musica o il noleggio di dvd ci sono altre che hanno avuto vita breve, come i rivenditori di sigarette elettroniche. Ma la nostra attenzione deve considerare tutte le attività. Indipendentemente dal settore merceologico. Ieri abbiamo deciso di fare un giro per le attività commerciali, ci siamo soffermati nei negozi che conosciamo, con i quali, periodicamente, scambiamo opinioni e considerazioni sull’economia che “non gira”. Uno dei settori maggiormente colpiti è quello dell’abbigliamento. Ma anche i casalinghi ormai stentano. L’avvento delle strutture cosiddette “cinesi” ha determinato un calo vertiginoso delle vendite.
“Sono rimasta sola. Non c’è più nessuno qui. Nel giro di pochi mesi hanno abbassato le serrande almeno cinque attività. Questo che prima era un punto di riferimento del commercio grottagliese è diventato una desolazione.” Occhi tristi e quasi rassegnati ci dimostrano che la crisi c’è davvero e ha tagliato diverse teste. C’è chi ha chiesto una riduzione del canone di affitto ma si è visto rispondere picche. Chi si ha visto addirittura lievitare la pigione. Chi invece ha scelto di non affittare se non al proprio prezzo, senza se e senza ma, a costo di tenere locali sommersi nella polvere e serrande abbassate da anni. Anche questo ha contributo ad accentuare la crisi. E poi c’è chi, per salvare baracca e burattini, si è dovuto reinventare. Imprese chiuse e subito riaperte. Cambia la denominazione fiscale ma non l’insegna.
Eppure la nostra città non ha subito nessun calo demografico. Anzi. L’avvento di Alenia e la realizzazione di nuovi residence e strutture immobiliari, complice l’inquinamento dell’aria presente nel capoluogo ionico, ha portato numerose neo coppie tarantine a scegliere Grottaglie come residenza della propria famiglia. L’ultimo censimento ha certificato l’aumento di circa 600 abitanti rispetto al 2001. E se guardiamo il grafico dell’evoluzione demografica il dato è sempre stato in ascesa. Quindi almeno a Grottaglie la crisi del settore commerciale non è stata determinata dal calo demografico. Almeno questo. Per carità non è un’attenuante ne tantomeno una consolazione. Mah da qualche parte bisogna pur partire per ripartire.
Grottaglie ha solo una libreria, nessun teatro comunale, l’unica piscina chiusa da anni, la biblioteca da decenni, i palazzetti e gli stadi ad uso, quasi esclusivo, delle associazioni (?). Diamo un consiglio ai prossimi candidati regionali e ai futuri candidati comunali: siate furbi, risollevate il settore commerciale della nostra città, tutti ne trarranno giovamento. Voi per primi.