“Chi e perché ha ucciso Aldo Moro” è il convegno organizzato dal Partito Democratico a Grottaglie. Domenica 10 maggio, a partire dalle ore 10.30, i deputati del PD racconteranno della vicenda del Presidente della DC rapito ed ucciso dalle Brigate Rosse. Verranno letti dei documenti di Stato sulla vicenda. L’evento sarà presentato da Paolo Annicchiarico, segretario locale e sarà introdotto da Alfonso Manigrasso, presidente del Consiglio Comunale e candidato alla Regione Puglia. Presente anche il deputato Ludovico Vico. Il convegno verterà sulla relazione di Gero Grassi, vicepresidente del Gruppo del PD alla Camera.
La mattina del 16 marzo 1978, giorno in cui il nuovo governo guidato da Giulio Andreotti stava per essere presentato in Parlamento per ottenere la fiducia, l’auto che trasportava Aldo Moro dalla sua abitazione alla Camera dei Deputati fu intercettata e bloccata in via Mario Fani a Roma da un nucleo armato delle Brigate Rosse. In pochi secondi, sparando con armi automatiche, i brigatisti rossi uccisero i due carabinieri a bordo dell’auto di Moro (Oreste Leonardi e Domenico Ricci), i tre poliziotti che viaggiavano sull’auto di scorta (Raffaele Iozzino, Giulio Rivera e Francesco Zizzi) e sequestrarono il presidente della Democrazia Cristiana. Dopo una prigionia di 55 giorni, durante la quale Moro fu sottoposto a un processo politico da parte del cosiddetto “Tribunale del Popolo” istituito dalle Brigate Rosse e dopo aver chiesto invano uno scambio di prigionieri con lo Stato italiano, Moro fu ucciso.
Il suo cadavere fu ritrovato a Roma il 9 maggio, nel bagagliaio di una Renault 4 parcheggiata in via Caetani, una traversa di via delle Botteghe Oscure, a poca distanza dalla sede nazionale del Partito Comunista Italiano e da Piazza del Gesù, sede nazionale della Democrazia Cristiana. La tecnica utilizzata per l’agguato fu quella denominata “a cancelletto”, utilizzata in precedenza anche dall’organizzazione terroristica tedesca RAF. La tecnica prevedeva di intercettare una colonna di automobili attraverso il blocco di quella di testa, immobilizzando poi la colonna bloccando l’auto di coda.