«Il recente vertice interlocutorio a Palazzo Chigi sul porto di Taranto, inerente al proseguimento dell’infrastrutturazione del molo polisettoriale ed alle attività di medio lungo periodo che vi saranno insediate, non ha ancora sciolto i nodi né ridotto le legittime tensioni dei 524 ex dipendenti Tct a rischio di licenziamento. » A dichiararlo è Antonio Castellucci, Segretario Generale della CISL di Taranto Brindisi.
«E l’ancora mancata convocazione, ad oggi, del tavolo di lavoro richiesto tramite la Prefettura al Ministero dello Sviluppo economico – prosegue Castellucci – inizia ad essere motivo di fondata preoccupazione per la tenuta sociale generale di questa vertenza.
Con tali premesse, sussistendo a nostro avviso tutte le condizioni per imprimere alla stessa una sterzata positiva, auspichiamo l’istituzione, nel brevissimo tempo, di un tavolo della concertazione a Palazzo Chigi, che coinvolga oltre al sindacato anche la Regione Puglia, i Ministeri e la specifica Struttura di missione.
Obiettivo primario da perseguire, stante anche il riconoscimento del territorio ionico quale area di crisi complessa, quello della proroga di almeno 12 mesi della cassa integrazione, contestualmente assecondando l’iter di affidamento della banchina del terminal.
Occorrerà inoltre – afferma Castellucci, puntare a misure specifiche tese alla ricollocazione, alla formazione ed alla riqualificazione professionale di questi lavoratori, così restituendo loro ed alle rispettive famiglie tutte monoreddito speranza di futuro, senza necessariamente dover giungere all’ultimo minuto per fronteggiare tensioni sociali che potrebbero rivelarsi democraticamente ingovernabili.
Tanto più – conclude il Segretario Generale della CISL di Taranto Brindisi – per il fatto, come più volte da noi ricordato nelle ultime settimane, che la gara ad evidenza pubblica relativa al traffico container fermo da mesi, dopo cioè la messa in liquidazione della Taranto Container Terminal, abbia prodotto offerte importanti per l’assegnazione definitiva delle aree entro questo mese di giugno, premesso il vincolo della rioccupazione.»