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L’Ufficio Antiracket-Antiusura di “Casartigiani Taranto”, rende noto di aver strutturato all’interno del proprio ufficio una sezione altamente specializzata, che offrirà un supporto qualificato alle imprese per illustrare tutti gli strumenti a disposizione per combattere le anomalie finanziarie dei conto correnti, mutui, leasing approfondendo le strategie procedurali finalizzate ad ottenere risultati certi, tutelanti e certificati.

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Il Responsabile dell’Ufficio Antiracket-Usura Dott. Michele Cagnazzo dichiara :”che ci troviamo di fronte ad un fenomeno ancora troppo sconosciuto dalle nostre parti, ecco perché presso i nostri uffici di Via R. Elena n.20 Tel.099/4520821; 333.2836105; 340.3920269 è stata attivata una sezione di consulenza, preanalisi e assistenza alle imprese e ai soggetti privati riguardo pratiche di anatocismo bancario e usura praticata dalle banche. Continua Cagnazzo: “troppe le illegalità nei rapporti tra alcuni operatori bancari, parabancari, mediatori creditizi e finanziari e molti imprenditori, privati consumatori e famiglie. I risultati di un report nazionale parlano chiaro, nel 99% dei casi quasi 47 mila conti correnti aziendali analizzati sono state rilevate anomalie: usura oggettiva (nel 71% dei casi, i tassi di interesse passivi erano superiori al tasso soglia fissato trimestralmente dalla Banca D’Italia); soggettiva (nel 74% dei casi sono state applicate condizioni particolarmente gravose, considerata la situazione di difficoltà economico-finanziaria dell’azienda) o anatocismo (calcolo di interessi su interessi, 71 volte su 100)”.

“Un fenomeno imponente – afferma il Segretario Provinciale Castronuovo – sotto il profilo dell’etica e della convivenza civile, tanto da mettere a rischio l’esistenza di molte imprese tarantine e di conseguenza decine di migliaia di posti di lavoro. E qui, non si parla di corruzione, criminalità organizzata o altre piaghe tipicamente italiane. Ma di banche, delle conseguenze dei tassi usurai nascosti nei contratti e delle pratiche di anatocismo.”

“La crisi economico-finanziaria – commenta Cagnazzo – da un lato provoca acuta sofferenza nelle famiglie e nelle imprese, dall’altro attiva inaccettabili comportamenti di “business sulle difficoltà”, con aggressioni al patrimonio industriale, artigianale, agricolo e dei servizi che connota il tradizionale corpo produttivo del sud Italia”.

Conclude Castronuovo: “le istituzioni farebbero bene ad accorgersi di tutto ciò. Sono migliaia i cittadini che hanno deciso di portare gli istituti di credito in Tribunale. A doversi difendere da pratiche illecite non sono solo le aziende, ma anche i privati. E qui i problemi oltre che da mutui e conti correnti, potrebbero venire da contratti di cessione del quinto dello stipendio, prestiti personali, carte di credito revolving”.

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