Le impressioni del Direttore Sportivo dell’Ars et Labor Grottaglie a due giorni dalla fine del sogno play off tra delusione e legittima soddisfazione per una stagione comunque positiva.
Dopo una finale play off giocata in quel modo quali emozioni, quali pensieri hanno attraversato la mente del Ds Mimmo Ligorio?
A distanza di 48h ancora non mi capacito, non mi sembra vero, sono davvero rammaricato, la gara più bella sotto tutti i punti di vista, un capolavoro tattico, grinta, tenacia, tecnica, abbiamo espresso un calcio di categoria superiore ma alla fine cosa abbiamo raccolto?…..il nulla. Fa male per i ragazzi che hanno lottato su ogni pallone dando tutto se stessi, fa male per i nostri temerari tifosi giunti in massa a sostenerci, incuranti del forte acquazzone che si è abbattuto su Rutigliano sempre li a gridare e ad incitarci, fa male per le speranze societarie, fa male a me che in questo progetto ci ho sempre creduto al quale ho dedicato tutte le mie forze. Il verdetto del campo è stato avverso e dobbiamo accettarlo per come è arrivato. Vorrei scusarmi con i commissari di campo e la terna arbitrale che a fine gara hanno raccolto il mio composto sfogo seppur acceso nei toni, spero abbiano compreso il momento.
Che tipo di stagione e’ stata quella 2017/18?
Tutto sommato posso ritenermi soddisfatto, abbiamo vinto la Coppa Puglia, una gioia immensa, siamo riusciti a costruire comunque una bella realtà calcistica tra mille difficoltà. Siamo partiti da zero, abbiamo assemblato una squadra smembrando di fatto l’assetto del passato, con mister Marinelli abbiamo puntato sul gruppo mantenendo l’assetto fino alla fine con il solo inserimento di De Comite a dicembre, abbiamo valutato tanti giovani credendo e puntando sul settore giovanile, in tanti hanno esordito in prima squadra. Alla fine fatta eccezione dei due, tre, grandi anagraficamente parlando la squadra è piuttosto giovane e quindi abbiamo già creato i presupposti e le basi da cui ripartire. Con qualche correzione questa squadra è già pronta per la prossima stagione, qualunque sia il campionato di appartenenza.
Il futuro?
Adesso è il tempo della famiglia a cui per questa immensa passione ho tolto e togliamo tanto tempo. Era un campionato che i tifosi avrebbero voluto vincere speranzosi di rialzarsi dai fallimenti del passato. Noi abbiamo lavorato tanto e avremmo voluto ottenere il massimo risultato ma quando si gioca a calcio ci sono tante varianti che non puoi mettere in preventivo: la dea bendata; il valore degli avversari; gli infortuni (Camassa, Galeandro, Pastano); la giornata storta, fisiologica in un campionato; qualche errore di valutazione che per chi lavora è sempre in agguato. Come già anticipato al Presidente, al termine di questa stagione il mio libro lo avrei chiuso, si perché alla luce di tutto questo un mezzo fallimento c’è stato. Non è una chiusura, non precludo il dialogo, qualora mi fosse chiesto di proseguire e dovessero essere rivalutate una serie di situazioni fondamentali sarei felicissimo di riprendere a lavorare per questo progetto, “fortis cadere, cedere non potest” – i forti possono cadere ma non possono cedere. Non è il momento dei saluti e dei ringraziamenti quelli sono legati agli addii.
Voglio solo sottolineare come Carmelo La Volpe sia la persona giusta per portare serenità nell’ambiente calcistico grottagliese, ci ha sostenuto in ogni circostanza soprattutto in quelle più delicate, non ci ha fatto mancare nulla, non credo ci siano altri alla pari.