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«Saranno prorogati di altri 5 mesi i termini per l’attuazione delle prescrizioni, e sarà data la possibilità ad un eventuale acquirente di poter chiedere modifiche al piano ambientale.» Lo dichiara Cosimo Borraccino, esponente di SEL Taranto.

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«Dopo quasi 3 anni e mezzo dal sequestro dell’impianto – ricorda Borraccino, manca ancora una regia precisa di come uscirne dal doppio danno perpetrato alla città (inquinamento con danni ambientali e sanitari e crisi occupazionale).
Le preoccupazioni concrete per il Nono Decreto sono per l’eventuale annacquamento delle prescrizioni contenute nell’Autorizzazione Integrata Ambientale.
Ricordiamo infatti che al 31 Luglio di quest’anno ben l’80% delle prescrizioni dovevano essere realizzate, step non rispettato!
Taranto vive quindi una lenta agonia, gli interventi “tampone” del Governo centrale, seppure considerevoli, vedi la piastra logistica al Porto e l’imminente probabile spostamento dell’Autorità Portuale unica con Bari nella nostra città, non bastano a salvare Taranto.
Servirebbe una strategia diversa per la città, ad esempio sull’ILVA servirebbero più risorse per il rispetto della totalità delle prescrizioni dell’AIA per eliminare le emissioni inquinanti e per far questo servirebbe “nazionalizzare” l’acciaieria oppure un cospicuo intervento per fare della città un attrattore turistico culturale tale da diversificare l’attuale monocoltura industriale, con annesse opere infrastrutturali.

Ci vorrebbe un gesto d’amore verso una comunità colpita che tanto ha dato alla nazione e poco ha ricevuto – conclude Borraccino. Difficile, ahimè, immaginare dal Governo centrale uno scatto di lungimiranza politica su questi temi per la nostra città.»

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