«In Regione, durante i lavori della Commissione Sanità, abbiamo approvato il disegno di legge sul “riconoscimento della funzione sociale degli oratori”.» Lo rende noto il consigliere regionale Cosimo Borraccino, presidente II Commissione (Affari Generali e Personale) Regione Puglia
«Lo premetto da cattolico – commenta Borraccino: si è sprecata un’occasione per deliberare nel pieno rispetto delle prerogative delle parti! Male ha fatto la politica a recepire, quasi in toto, le volontà espresse dalla Conferenza Episcopale pugliese. La Chiesa faccia la Chiesa, lo Stato faccia lo Stato, nel pieno e reciproco rispetto delle funzioni. Questo governo regionale intende rafforzare, dal punto di vista del quadro normativo, la buona legge regionale 19 del 2006 approvata, giusto 10 anni fa, dalla Puglia guidata all’epoca da Nichi Vendola. Nulla in contrario a dare l’assenso al testo di legge; infatti quando c’è da migliorare una norma che oramai, come in questo caso è anche datata, sono e siamo, come Gruppo, disponibili a lavorare per il meglio.
Ovviamente il sottoscritto – evidenzia il consigliere ionico, in qualità di componente della Commissione Sanità, ha votato poche ore fa a favore del testo, così come farò appena il provvedimento giungerà all’esame del Consiglio regionale. Il problema invece l’ho sollevato (e secondo me è davvero sconcertante che ciò sia avvenuto) perché, in sede di Commissione, l’assessore al Welfare, Negro ha presentato 7 emendamenti, sottoscritti da consiglieri sia della maggioranza che della minoranza, che appesantiscono ideologicamente la bontà del testo iniziale.
Mi spiego: durante le audizione a questo testo, la Conferenza Episcopale pugliese aveva eccepito, legittimamente si intende, alcuni rispettabilissimi dubbi e aveva suggerito dei miglioramenti al testo. Bene, adesso cosa è successo? È successo che quegli emendamenti, di fatto dettati dalla stessa Commissione Episcopale pugliese, sono stati presentati e recepiti dalla Commissione Sanità. Questo è un fatto increscioso, in quanto non ci sono delle modifiche sostanziali alla legge se non quella di una sorta di addomesticamento del testo alle volontà della gerarchia ecclesiastica, che vogliono dare una matrice squisitamente religiosa.
Già dal primo emendamento – afferma Borraccino – si capiva l’orientamento, in quanto è stato eliminato la dizione della legge che parlava di “funzione sociale degli oratori” per introdurre il tema del “socio educativa dell’attività di oratorio” mediante la “valorizzazione e il sostegno” agli stessi. Poche volte ho visto tanta azione politica sul titolo della legge, questo è emblematico su ciò che voleva, ed ha ottenuto, la Commissione Episcopale pugliese. Ancor più surreale è l’emendamento numero 4 che introduce nell’articolato il tema della “promozione della famiglia per l’accompagnamento e il supporto della crescita armonica dei minori e dei giovani” eliminando invece il testo originario che parlava della “promozione delle attività culturali nel tempo libero”…. Si parla, come si può ben comprendere, della stessa cosa ma si vuole evidentemente dare l’indicazione che l’oratorio indirizza la formazione socio educativa dei giovani. Infine degno di nota anche l’emendamento numero 3 che introduce (nel comma 2 dell’articolo 2) la possibilità di far intervenire nella progettazione dei Piani sociali di zona anche enti ecclesiastici che possono essersi costituiti anche al momento, modificando il testo iniziale che prevedeva almeno l’attività di un anno di queste associazioni.
Per questi motivi – conclude Borraccino – ho votato no a tutti gli emendamenti, ho votato poi a favore del testo completo della legge. Lo dico da cattolico: oggi si è sprecata un’occasione per il pieno rispetto della funzione laica delle istituzioni attraverso una corretta interfaccia con le varie confessioni religiose presenti sul territorio, ognuno nel rispetto delle proprie prerogative. Sembrava che ci fosse bisogno di conseguire il patentino di una sorta di legittimità ecclesiastica, per potersi poi appendere alla giacca la medaglietta della Conferenza Episcopale pugliese. Da cattolico, ne faccio volentieri a meno!»