«Guglielmo è stato uno straordinario ed originale dirigente politico della nostra terra, un visionario con il dono della concretezza, capace di legare le più innovative pratiche di governo che hanno contraddistinto questi anni con la fedeltà a principi irrinunciabili. Per lui e per noi, principi e valori che fanno la differenza sopratutto quando si nutrono della pratica.» Lo scrive Cosimo Borraccino, consigliere regionale di “Sinistra Italiana”.
«Io l’ho conosciuto così – prosegue Borraccino, nel 2005, quando in Regione si è determinato il “grande cambiamento della Primavera Pugliese” per mano di una generazione che ha provato a governare senza esercitare il potere, che si è aperta alla società e ne ha preteso la più ampia partecipazione.
E Guglielmo, in questo, è il nostro Maestro.
Il suo carattere mite, il suo comportamento sereno, la curiosità verso il tutto, la straordinaria capacità di relazionarsi, la cura e l’attenzione verso il protagonismo, in particolare dei giovani, sono stati ampiamente riconosciuti ed apprezzati da più parti, anche dai nostri avversari, come ci confermano le tante attestazioni di stima manifestate in questi giorni.
Ma Guglielmo è quella “brava persona” perchè è “bravo” nella politica, che ha inteso sempre come leva di cambiamento a favore dei più deboli, come strumento di trasformazione dei rapporti nella società e nel mondo a partire dalla grande contraddizione pace-guerra.
Noi lo conosciamo così: uno dei dirigenti più significativi dell’area progressista e della sinistra capace di andare “oltre” le vecchie culture politiche, non per tatticismo e compromessi, non per resa alla contingenza, ma per il raggiungimento prima e meglio di quegli obiettivi valoriali che lo hanno ispirato e che ci ispirano.
L’ho poi ritrovato con piacere un anno fa, nella campagna elettorale, e poi nel Gruppo consiliare che ha rappresentato con riconosciuto equilibrio ed efficacia.
Ha combattuto contro la malattia con una forza incredibile e, nonostante le difficoltà in questi pochi mesi della nuova legislatura regionale, ha continuato a lavorare con noi, con Sinistra Italiana, su temi che gli stavano molto a cuore: la lotta al caporalato e contro il lavoro nero, il miglioramento del Sistema Sanitario e poi le Politiche giovanili, il destino delle giovani generazioni pugliesi.
Su questi temi, come su altri, Guglielmo lascia una eredità pesante per chi come noi non ha la sua statura e la sua profondità di pensiero. Un’eredità che è a disposizione non solo del nostro Gruppo politico e della nostra comunità, ma di tutti i pugliesi e di coloro che vorranno e sapranno coglierne il senso più profondo, più intimo.
Ovvero che la politica è una “cosa bella” quando serve a qualcuno, quando è capace di ribaltare i rapporti di forza, quando si fa capace di organizzare le risorse, che nella società ci sono, per sconfiggere le ingiustizie e le iniquità. Perché come diceva Guglielmo nel suo libro “La Politica generativa”, ognuno può e deve fare la sua parte per riappropiarsi della politica, quella bella.
Mai, in questi giorni in cui l’ho sostituito nei lavori dell’Aula e del Consiglio – conclude Borraccino, avrei immaginato di dover rinunciare alla sua presenza, ai suoi consigli e alle sue intuizioni: uno strazio che è di un’intera comunità e che è solo attutito dalla certezza che i tanti buoni semi che Guglielmo ha diffuso, nella sua straordinaria vita politica, germineranno altre speranze, altri impegni, altre trasformazioni, perchè il vento del cambiamento non si è ancora placato grazie a persone come Guglielmo Minervini.»