«Chi compra la cozza tarantina ha la certezza della sicurezza del prodotto al 100%.» Lo afferma in un comunicato il consigliere regionale, Cosimo Borraccino, Presidente della II Commissione (Affari Generali e Personale).
La Regione Puglia – evidenzia Borraccino, con Asl, forze dell’ordine, e Comune di Taranto uniti nel percorso di regolarizzazione della mitilicoltora jonica a vantaggio del prodotto sano. Arrivano i primi risultati: ieri a Bari, presso la Presidenza della Regione, conferenza stampa per illustrare i dati dello studio che ha portato all’ordinanza del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano. Lo studio sul processo produttivo delle cozze ha portato a conoscenza che, nel primo seno del Mar Piccolo di Taranto, i mitili hanno la loro naturale nursery per i primi mesi e successivamente trasferendoli durante la fase di crescita in altre acque soggette a meno sbalzi di calore, si accrescono senza accumulare sostanze nocive. Uno studio meticoloso avviato con Arpa, Istituto zooprofilattico e Università di Bari ha portato a tale azione sinergica, resa possibile innanzitutto grazie all’aiuto dei mitilicoltori jonici, che con intelligenza hanno tutelato il proprio lavoro, la loro produzione e non da ultimo la salute dei cittadini.
Va precisato – prosegue Borraccino – che nella giornata di giovedì scorso a Taranto, c’è stata la distruzione di 30 tonnellate di mitili, raccolti nel primo seno del Mar Piccolo, che non erano stati trasferiti in altre aree entro il 31 marzo, così come da apposita ordinanza del Presidente della Regione (n. 188, del 25.03.16). I mitili distrutti rappresentano il 5% del totale del prodotto, infatti solo un ristretto numero di produttori non ha ottemperato alle disposizioni emanate dal Dipartimento di Prevenzione dell’ASL a seguito della contaminazione da diossine dei mitili allevati nel primo seno del Mar Piccolo, a fronte dei tantissimi mitilicoltori che hanno ottemperato all’Ordinanza in materia di sicurezza alimentare.
Un’ordinanza, quella del presidente della Regione Puglia, che evita la distruzione scontata di una grande quantità di prodotto – conclude Borraccino – e consente invece di avere la matematica certezza della bontà dei mitili tarantini. »