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«Ogni manganellata che viene riservata ai migranti, dovrebbe essere destinata a Renzi, che ancora una volta ha dimostrato di essere solo un istrione della politica.» Ad affermarlo, nella sua nuova “pillola di storia, è Michele Mirelli.

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«Renzi, infatti – prosegue Mirelli – dinnanzi ad Hollande a Milano ha accennato al II Accordo di Dublino (n.343/2003 del 18.2.2003) che prevede i criteri ed i meccanismi per l’esame di una domanda di asilo politico presentata – come nel caso dei migranti – da cittadini terzi al di fuori della Europa. Le Questure italiane devono immediatamente rilasciare un Attestato Nominativo e successivamente nel termine massimo di 30 giorni il permesso di Soggiorno, dalla data di presentazione della domanda da parte del Migrante. I centri di accoglienza devono specializzarsi in tali procedure, consentendo l’immediato rilascio e ciò proprio al fine di permettere al richiedente la libera circolazione in Europa ed evitare che qualche rude poliziotto di frontiera francese e/o britannico prenda a calci un migrante, così come accade ogni giorno a Calais (ormai nota come la frontiera del terrore, una quindicina di accampamenti informali dei migranti, senza assistenza per un evidente politica di disincentivazione) allorquando alcuni migranti cercano invano di superare la Manica.

Renzi – continua Mirelli – con la opinabile supponenza che ormai lo caratterizza prima affermava “La Francia tratta il problema migranti muscolarmente” poi si accorge che esiste l’Accordo di Dublino che in definitiva favorisce la libera circolazione dei migranti una volta ottenuto il permesso di soggiorno, del cui rilascio l’Italia è responsabile, così come di ogni deplorevole ritardo.
Vorrei ricordare a Renzi che in Francia esiste la Ecole Nationale d’Administration , così come vorrei ricordare che sino al 1962 l’Inghilterra ebbe un “protettorato” coloniale in Uganda che fu lasciata solo dopo lo sfruttamento delle sue risorse naturali , sfruttamento che durava ormai dal 1894. Dal 1962 la “Perla dell’Africa” così appellata la Winston Churhill,la Uganda divenne la Terra del terrore, infatti più di mezzo milione di Ugandesi furono assassinati non avendo lasciato l’Inghilterra alcun principio di democrazia al fine della sua stabilizzazione politica ma abbandonandola a tribù in guerra tra di loro.»

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