“Libera…Mente Popolari” di Grottaglie.
COMUNICATO STAMPA
Scateniamoci anche!
«Per quanto coraggioso e lodevole, incatenarsi è sempre l’ultima disperata spiaggia della politica e spesso, a consuntivo, raccoglie solo umiliazione e scontento.» Lo dichiarano Maria Ciniero e Valerio Bisanti per “Libera…Mente Popolari” di Grottaglie in riferimento alle ultime eclatanti forme di protesta contro l’annunciato ridimensionamento del nosocomio cittadino.
Incateniamoci pure – proseguono Bisanti e Ciniero, ma altresì scateniamo la nostra intelligenza, il nostro spirito critico, il nostro orgoglio civico. Mobilitiamo tutte le nostre forze e finalmente, unendo gli intenti, costruiamo un auspicabile futuro per la Città. E, piuttosto, non dimentichiamo che oggi Grottaglie ha tre gravi, contemporanee e parallele urgenze da affrontare subito e da risolvere con decisiva immediatezza. Non commettiamo ancora l’errore di fare battaglie all’ultimo minuto, perse per definizione. Le vertenze attuali riguardano “la salute e la sanità”; “il lavoro e l’impresa”; “i rifiuti e le discariche”. Se stupidamente separassimo le tre questioni e le affrontassimo in distinti lontani confronti, magari con assenti o sbagliati interlocutori istituzionali, dopo varie ed estenuanti partite, con ogni probabilità, non risolveremmo alcunché e vieppiù perderemmo tutte le prossime occasioni di crescita e di miglioramento. Né potremmo trattare e chiedere, a compensazione delle eventuali perdite subite su un fronte, eventuali risarcimenti su altri contigui fronti. Allora facciamo un “pacchetto unico” e poniamo all’attenzione una epocale “Vertenza Grottaglie”, da discutere ai livelli giusti e nei modi giusti, per salvare l’avvenire dei giovani e per non trascurare la serenità degli anziani.
“La salute e la sanità” – sottolineano Maria Ciniero e Valerio Bisanti – sono condizioni e servizi non riscattabili con i numeri che non ti lasciano fare, con le regole che altri altrove stabiliscono a posto tuo e con le deroghe che nessuno vuole accordarti. Il precipuo sistema “salute & sanità”, nella fattispecie, dovrebbe essere espressione della solidarietà sociale e della congrua distribuzione delle risorse. Però, a quanto pare, per il territorio ionico, da anni devastato dall’inquinamento industriale e dalle conseguenti registrate epidemiologie addirittura pediatriche, non v’è alcun disponibile soccorso pubblico. Quindi, qui, le strutture mediche devono essere poche, sovraccariche e malfunzionanti, in attesa che vengano costruiti, non si sa ancora tra quanti lustri, gli strabilianti policlinici già promessi, programmati e progettati. D’altro canto, il sistema locale “lavoro & impresa” lancia imprevisti preoccupanti segnali di crisi e di instabilità, rivenienti anche e – forse – soprattutto dall’innovativo settore dell’aerospazio. I Sindacati di categoria, in siffatta congiuntura, denunciano di continuo inefficienze produttive, ingerenze esterne negative e paventati piani strategici di tagli, trasferimenti e arroccamenti. Primi esiti tangibili ne sono purtroppo sia i recenti licenziamenti avvenuti nell’indotto sia il largo ricorso alla cassa integrazione e alla mobilità dei dipendenti.
Dunque è improrogabile aprire un apposito tavolo istituzionale, onde appurare le contingenti difficoltà, chiarire le nuove politiche di sviluppo e tutelare l’occupazione, non di meno per spiegare e giustificare gli ingenti finanziamenti pubblici, a suo tempo, destinati ed erogati a favore di aziende e holding, operanti nello specifico comparto tecnologico. In ultimo, il sistema intercomunale “rifiuti & discariche” sembra essere ormai definitivamente condannato da un vecchio, comprovato e illogico paradosso, il cui consunto e banale schema dialettico così recita: ”nella vostra terra abbiamo costruito tanti impianti di smaltimento; in Puglia, il Levante, il Salento, la Capitanata e qualunque altro territorio di turno sono in emergenza; per cui, perfino a vostra insaputa, veniamo lì a scaricare”.
In questi assurdi frangenti – concludono Maria Ciniero e Valerio Bisanti, si trovano oggi i Comuni tarantini di Grottaglie e Massafra, che potrebbero diventare, loro malgrado, ricovero eterno di “monnezza d’immigrazione”. Orbene, adesso qualcuno deve dimostrare di saper fare politica istituzionale, in questa benedetta Città.
Grottaglie, 06/07/2016