«L’esito referendario non arriva al quorum, ma i dati di Taranto sono di gran lunga al di sopra della media nazionale. Beni Comuni Taranto facente parte del Coordinamento No Triv Terra di Taranto e del Comitato Nazionale “Vota SI” ringrazia i cittadini.» Comincia così il commento all’esito della consultazione referendaria svoltasi domenica scorsa.
«Innanzitutto – prosegue la nota di “Beni Comuni Taranto” – un grande ringraziamento alle Donne e agli Uomini tarantini, pugliesi e lucani che hanno dato molto per questo referendum” – dichiara Giovanni Vianello di Beni Comuni Taranto – “il risultato ottenuto anche se non sufficiente, comunque ci legittima ad andare avanti e a non fermarci contro le trivelle nel Golfo e contro Tempa Rossa. Così come avvenuto con i referendum Acqua e Nucleare del 2011, la cittadinanza tarantina e pugliese dimostra che se sollecitata e informata adeguatamente sa rispondere. Certamente l’ostacolo del quorum è un muro difficile da oltrepassare e questo dovrebbe interrogarci sul perchè il quorum esiste nei referendum popolari mentre non esiste durante le elezioni politiche. Per cui il primo round è andato ma i territori hanno risposto e la battaglia continua sempre con maggiore determinazione.
Sembra – evidenzia la nota di “Beni Comuni Taranto” – che l’affluenza maggiore sia arrivata dove ci sono vertenze territoriali importanti tipo TAP a Melendugno, Triv in Basilicata in terra e Triv in mare in Puglia e Basilicata, anche Tempa Rossa a Taranto ha giocato un ruolo importante. Inoltre dove le attività del turismo “green” legato alla preservazione del Mare, i dati sono più rilevanti come alle Tremiti o in tanti altri posti nel Salento, dato che dovrebbe farci riflettere su che tipo di economia dovremmo puntare al fine di tutelare ambiente, salute e attività economiche non impattanti sui territori ma fortemente remunerative. Ovviamente la modalità con cui è stato proposto questo referendum tramite le Regioni – senza l’anno supplementare per fare informazione con la raccolta firme ed inoltre senza cittadini, comitati e movimenti tra i promotori – nonché il breve tempo di propaganda dovuto all’anticipo della data al 17 aprile anziché l’accorpamento con le amministrative a Giugno, non ha aiutato a raggiungere l’obiettivo. Come insegnano i referendum del 2011, tra tutti quelli sull’Acqua, la proposta popolare rimane la modalità da seguire.
Se qualcuno pensa che questi dati ci scoraggino – afferma la nota di “Beni Comuni Taranto”, si faccia passare subito di testa queste idee; abbiamo appena passato un altro livello e Taranto, la Puglia e la Basilicata ha risposto, l’era delle fonti fossili sta giungendo al termine e nuove iniziative già al vaglio, tra cui molte proposte popolari, presto verranno presentate o sono già in atto perchè la Democrazia non si esercita solo una volta all’anno, ma si realizza quando la partecipazione popolare è di 365 giorni all’anno e presto ci arriveremo così come presto sostituiremo le politiche delle fonti fossili con politiche di risparmio ed efficientamento energetico degli edifici, fonti di energia rinnovabili diffuse e mobilità sostenibile.
Ora tocca concentrarsi rispetto il progetto Tempa Rossa che passa per competenza anche in capo alla Regione Puglia e contro le 4 istanze nel Golfo di Taranto, 3 di Ricerca di ENI ed ENEL ed 1 di Prospezione della Schlumberger. Tre di queste prevedono l’utilizzo dei micidiali Air-Gun. Che potrebbero danneggiare le specie protette come Cetacei e Delfini e allontanare le specie ittiche indispensabili per attività come la Pesca.»