Dopo la lettera consegnata al Ministro De Vincenti in tema di appalti e opportunità previste nel tavolo del CIS, interviene anche la FILLEA-CGIL di Taranto, per voce del suo segretario generale Francesco Bardinella.
«La lettera che unitariamente come Sistema Edilizia Taranto abbiamo consegnato nelle mani del Ministro non è solo l’appello ad una maggiore incisività sulle politiche anti-cicliche del nostro territorio – dice Bardinella – ma è il chiaro segnale che credo sia opportuno debba arrivare alla politica e alle pubbliche amministrazioni locali affinché non sviliscano la mission di quel tavolo chiamato a fare sviluppo e non solo a colmare le falle delle incompiute amministrative degli enti.
Un chiaro atto d’accusa che la FILLEA non vuole far cadere nel vuoto.
Abbiamo chiesto da tempo un tavolo per la legalità in Prefettura mentre solo qualche giorno fa un altro operaio edile è morto in provincia di Taranto quasi sotto silenzio, perché la carneficina bianca del settore sembra non fare notizia come un inizio di incendio in ILVA – afferma ancora il segretario della FILLEA CGIL – Ma non discutere oggi di questi temi significa lasciare che attraverso il subappalto si possano perpetuare condizioni di irregolarità e di abuso, e che l’economia sana della città venga definitivamente soppiantata dagli interessi del malaffare.
Un appello che la FILLEA rinnova ma che tornerà a sottoporre all’attenzione del Governo e del tavolo del CIS partendo da situazioni di concreta arretratezza del settore.
Siamo la provincia dei cantieri interminabili – dice Francesco Bardinella – e più di una volta abbiamo detto che l’ipotesi di tavoli di coordinamento per sbloccare le opere potevano essere una soluzione utile alle imprese, ai lavoratori e a gli enti istituzionali preposti, ma invece di perseguire questa strada si è perseguita quella del Contratto Istituzionale di Sviluppo, in cui è confluito di tutto, dalle opere per la riqualificazione di aree urbane, passando per lotti di fogna bianca, finendo all’eterna incompiuta della Tangenziale Sud, ancora oggi bloccata e con undici lavoratori a spasso.
Il CIS è una grande opportunità – continua il segretario degli edili – ma senza una visione organica dell’insieme, dell’idea di sviluppo, dei processi produttivi che potrebbero coinvolgere il tessuto imprenditoriale locale e delle ricadute occupazionali rischia di essere solo una lunga lista delle spesa nelle mani di una cucina poco organizzata e incapace di servire il menù del nuovo modello di sviluppo che tutti auspichiamo.»