«Consideriamo la delibera della giunta comunale dello scorso 12 luglio di adozione dell’atto di indirizzo per la redazione del piano di interventi per il recupero, la riqualificazione e la valorizzazione della città vecchia di Taranto, un reale punto di svolta nel lungo e farraginoso percorso ad ostacoli che in questi anni ha caratterizzato la storia dell’isola antica della città.» Così Paolo Campagna, presidente dell’ANCE di Taranto, che anche attraverso il tavolo di coordinamento di Taranto Opera Prima, aveva fatto leva sul Comune affinché si potessero creare le basi per quel programma di recupero di quello scrigno di bellezza tra i due ponti.
«Ora il Comune di Taranto, ma anche noi operatori del settore – prosegue Campagna, abbiamo una visione, una strategia ed un primo piano dettagliato di interventi su cui costruire una ipotesi di futuro che riguarda forse il patrimonio storico artistico e culturale più importante della nostra terra.
Si parte da un approccio strategico che in qualche maniera anche da addetti ai lavori avevamo proposto ovvero la messa in sicurezza e l’infrastrutturazione come invarianti strutturali su cui innestare l’insieme di interventi ed azioni di valorizzazione.
Si tratterà ora di segnare una road map temporale che sia in grado di individuare con chiarezza, una volta resi esigibili i fondi CIPE (90 milioni di euro) e considerando le ulteriori risorse disponibili con il CIS e con la rigenerazione urbana sostenibile, anche le attività da attivare sin da subito per condurci alla progettazione esecutiva degli interventi ed ai cantieri
Su questo aspetto valutiamo con estrema attenzione e favore anche quanto riportato dalla delibera di giunta che evidenzia la necessità che l’intero processo di rigenerazione della Città Vecchia sia attuato non solo attraverso l’azione pubblica, con i 15 interventi prioritari indicati nel piano.
Sarà importante – conclude Campagna, e la delibera lo dice molto chiaramente, dare sostanza e gambe all’azione dell’Amministrazione attraverso l’attivazione di programmi integrati di rigenerazione urbana (PIRU) e strumenti attuativi di iniziativa privata, indispensabili per moltiplicare l’effetto della leva finanziaria pubblica ed integrare, a scala d’ambito, il sistema degli interventi puntuali di recupero.»