«”Ridisegnare” la Città Vecchia è un’occasione irripetibile per cambiare davvero Taranto, ma per farlo c’è bisogno di una condivisione larga e di una visione lunga». Paolo Campagna, presidente di Ance Taranto, coglie l’occasione della presentazione delle proposte per la riqualificazione del cuore storico del capoluogo ionico – in scadenza il prossimo 16 novembre – per provare a pensare anche a che cosa può succedere dopo.
«Dopo la selezione da parte di Invitalia dei 20 gruppi candidati alla presentazione della propria proposta, il concorso di idee procederà con la successiva valutazione degli elaborati a cura di una Commissione di elevato profilo tecnico-scientifico ed istituzionale. Ma per Ance Taranto è anche l’inizio di una “fase due”, in cui sarà necessario ragionare seriamente sulla prospettiva nuova che vede Taranto e la sua Città Vecchia al centro dell’interesse, anche internazionale, di un’ampia comunità di architetti, tecnici e studiosi. Da questa attenzione – spiega Campagna – verrà fuori comunque un importante patrimonio di idee e visioni che sta a Taranto saper mettere a frutto e valorizzare, integrandolo con idee e capacità di azione degli attori locali».
Un “melting pot” di culture, filosofie e proposte frutto del lavoro di oltre 500 soggetti: studi, professionisti, consulenti, con una fortissima presenza straniera.
Il mondo sta guardando Taranto – rimarca l’architetto Campagna – perché la nostra realtà può diventare il laboratorio in cui si studia, progetta e costruisce il rinascimento di una città a partire dal suo cuore più antico. Farsi trovare impreparati sarebbe un errore madornale.
Per Ance, infatti, bisogna evitare passi falsi. E fissare due punti cruciali. Il primo, di metodo, è utilizzare il passaggio amministrativo in Comune, che dovrà far sintesi delle proposte vincitrici ed esprimere il suo assenso al piano degli interventi da candidare al Cipe per il finanziamento, non come mero adempimento politico amministrativo. Piuttosto, è la linea di Ance, andrebbe trasformato in un’occasione per aprire un confronto su strategia, soluzioni e interventi prioritari.
Condivisione larga – scandisce Campagna – perché con la partecipazione si può aggregare la comunità su obiettivi e strategie di valorizzazione della Città Vecchia. Un approccio su cui Amministrazione comunale ed Invitalia potrebbero già ora definire un programma di partecipazione chiaro ed efficace. La seconda questione, invece, riguarda la capacità di far tesoro di un così ampio panorama di risorse, di competenze e di sguardi sulla Città Vecchia. Al di là di come si concluderà il concorso, è stato “seminato” un patrimonio di spunti e soluzioni progettuali. Se si riuscisse anche ad avere una “visione lunga”, questo importante lascito potrebbe essere messo a disposizione della comunità e delle sue tante espressioni tecniche, sociali ed economiche.
Esiste anche a Taranto – conclude Campagna – una comunità vogliosa di fare e cimentarsi con la rinascita del suo patrimonio urbano di eccellenza. Per questo il concorso non deve rimanere confinato in faldoni e armadi, ma diventare l’innesco per liberare le energie di cui è ricca Taranto».