«Arriva dopo 4 mesi la risposta scritta ad una mia interrogazione con la quale chiedevo quali azioni la giunta regionale intendeva attivare per l’ammodernamento della dotazione tecnologica del reparto di Radioterapia Oncologica dell’ospedale Moscati di Taranto.» Lo rende noto Renato Perrini, consigliere regionale dei Conservatori e Riformisti.
«Tempi troppo lunghi per avere delle delucidazioni – afferma l’esponente politico ionico, se si considera la grave emergenza sanitaria che vive quotidianamente la città e il territorio circostante. E non è la prima volta che accade. A proposito di questo ho avuto modo di parlare oggi in aula durante i lavori del Consiglio regionale con il presidente Emiliano, che ha anche la delega alla Sanità; il governatore si è detto dispiaciuto del tempo intercorso tra le mie richieste di chiarimenti e le risposte. Dunque abbiamo insieme ragionato sulla possibilità che, in futuro, ogni aspetto della sanità jonica abbia riscontri burocratici più rapidi.
Al di là di questo – prosegue Perrini – finalmente oggi siamo riusciti ad apprendere alcune notizie.
L’Ares Puglia, Agenzia regionale sanitaria, ha prodotto uno studio che è anche una Proposta complessiva di Piano Regionale per il governo della tecnologia in ambito radioterapico”. Lo studio in questione pone l’attenzione non solo sulle tecnologie mancanti, ma anche sulle tecnologie disponibili ma non utilizzate per carenza di personale preposto. Il documento stabilisce il fabbisogno necessario per l’adeguamento e la messa a regime della rete radioterapica oncologica pugliese stabilendone anche i costi, documento che è ben noto alle Asl locali. Per ciò che riguarda Taranto, la Proposta di Piano, redatta da un apposito tavolo tecnico, prevede l’acquisizione di una Tomoterapia e la sostituzione progressiva dei due acceleratori lineari attivi con due Limac gemelli di alta gamma. Nel caso di acquisizione di nuove macchine oltre alle due già attive, viene valutata una rimodulazione del personale con richieste aggiuntive di un medico, un fisico sanitario, 3 TSRM e un infermiere per turno. Lo studio dell’Ares è un punto di parenza di un percorso intrapreso con la Asl jonica per il superamento delle criticità presenti sul territorio.
Nella risposta scritta che ho ricevuto – conclude Perrini, viene sottolineato anche che l’intervento su Taranto è “prioritario” perché nonostante le ben note peculiarità del sito, “è rimasto l’unico centro pubblico in Puglia non dotato né di un moderno Tac Simulatore dedicato né di acceleratori lineari equipaggiati con Cone Beam Ct, e con il tasso di fuga più alto della regione per ricoveri di radioterapia”. Quanto scritto è una riprova di come l’emergenza Taranto, sia stata spesso sottovalutata.
Infine è sempre l’Ares che aggiunge, “viste le previsioni di costruzione del nuovo polo ospedaliero che ne prevedono l’ultimazione a fine 2022, non è pensabile proseguire l’attività con le sole tecnologie attualmente in dotazione”. Insomma qualcosa si muove, nella speranza che non resti, come spesso è accaduto in passato, una progettualità solo su carta.»