«Il prossimo 20 Ottobre comincerà il processo “Ambiente Svenduto” che troverà tra gli imputati rinviati a giudizio (quarantaquattro imputati e tre società) anche il primo cittadino di Taranto.» Lo ricordano in una nota gli attivisti del Meet Up 192 “Amici di Beppe Grillo Taranto”
«Durante il turbolento consiglio comunale tenutosi Venerdì 24 Luglio – prosegue la nota dei penta stellati ionici, il sindaco ha dichiarato, ai media “… ho la coscienza a posto e continuo a lavorare. Non posso dire che tutto mi scivola addosso perché non è così, ma da spartano sono abituato a mangiare la zuppa nera, che faceva soffrire molto ma rafforzava i giovani di Sparta.”
E così anche il nostro sindaco, per sentirsi in sintonia con il gemellaggio tra Taranto e Sparta, ha deciso di vestire elmo, scudo e braghe di Leonida spartano e mettersi con i suoi opliti (sicuramente meno di trecento) a difendere la colonia della madrepatria dagli invasori.
Agli attivisti del Meet Up 192 di Taranto questa dichiarazione fa sorridere amaramente, perché Ippazio Stefano, più che dagli invasori persiani, è stato obbligato dalla Procura di Taranto a difendere se stesso dal reato di abuso d’ufficio nell’ambito del suddetto processo, per non aver assunto misure contro l’inquinamento. Niente di cui potersi inorgoglire.
Da anni denunciamo le mancanze politiche, istituzionali e sociali di questa giunta, così come della pochezza gestionale con cui è stata governata questa città. – asseriscono gli attivisti del Meet Up 192 “Amici di Beppe Grillo Taranto” – Adesso si è arrivato al punto di non ritorno. Un sindaco imputato in uno dei processi più importanti di questi ultimi anni, dovrebbe solo prendere atto davanti a tutti del suo fallimento politico. Le parole chi ci aspettavamo di ascoltare, tenendo anche conto delle precedenti dichiarazioni del primo cittadino, erano ben altre. Adesso abbiamo la conferma che a sedere sullo scranno più alto di questa città sta un “sedicente spartano” che mangia zuppa nera, ma indubbiamente non sta chi dovrebbe essere in grado di pesare e ponderare le proprie azioni, i propri atti, le proprie parole.
E quindi più che invocare atmosfere mitologiche di un certo cinema, che lo fanno sembrare più una caricatura che un eroe il signor sindaco dovrebbe rifarsi ad un altro film, quello dell’affare Watergate, e firmare la lettera con su scritta la frase «mi dimetto». Si è andati davvero oltre. Ora è il momento di essere seri. Una città alla deriva, che naviga a vista, senza visione alcuna, ha bisogno di ben altri conduttori. Gli esempi positivi di comuni a Cinque Stelle, governati da cittadini prestati alla politica, sono sotto gli occhi di tutti, così come è palese la sfacciataggine e la spudoratezza a cui ormai questa cosiddetta classe dirigente ci ha abituato.
Per questo – concludono gli attivisti del Meet Up storico cittadino, assicuriamo il signor sindaco che la difesa di Taranto sarà in buone mani quando questa amministrazione sarà sostituita dal MoVimento 5 stelle, che più degnamente di lui saprà dare a Taranto la vivibilità che questa città merita. Oramai i cittadini lo hanno ben compreso. È solo questione di tempo.»