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Si è conclusa la prima parte del Progetto denominato “Sviluppo = Legalità”, promosso dall’Ufficio Antiracket-Antiusura della “Confesercenti Taranto” cofinanziato dalla Camera di Commercio di Taranto, coordinato e messo in esecuzione dal Responsabile dell’ufficio, il Criminalista Michele Cagnazzo.

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Iniziativa, che ha visto la somministrazione di 1000 questionari tra cittadini ed imprese, concentrata nelle città di Martina Franca, Grottaglie, Manduria e Sava, realtà maggiormente bersagliate da reati d’usura ed estorsioni.

Scopo del progetto è di diffondere in modo capillare una corretta e aggiornata informazione circa l’attività dell’antiracket e dell’antiusura: leggi, benefici, iniziative. Stimolando un più costante impegno degli operatori economici nella lotta al racket e all’usura.

L’indagine proposta dall’Ufficio Antiracket della “Confesercenti Taranto” – afferma il Responsabile dell’ufficio Michele Cagnazzo – «è un questionario anonimo che sollecita le piccole e medie imprese a discutere su questi temi cercando di trovare soluzioni sempre all’avanguardia

Al termine dell’indagine, di cui accenniamo i primi dati, sarà prodotto un Report che sarà oggetto di un dibattito pubblico alla presenza di imprenditori, istituzioni, autorità di pubblica sicurezza e la stampa.

Il questionario con oltre una ventina di domande è diviso in due parti, una prima destinata a conoscere il tipo d’attività, la seconda, invece, riguarda proprio usura e racket. “In che modo la presenza delle attività criminose incide sullo sviluppo della sua città?”; “Hai avuto minacce, intimidazioni, di quale natura?”. Queste alcune delle domande dirette alle quali hanno risposto alcune imprese.

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«La nostra iniziativa – evidenzia Cagnazzo – obbliga anche a modificare comportamenti e modi di pensare. Da questo punto di vista l’iniziativa del questionario per interrogare cittadini ed imprese ha offerto importanti elementi di riflessione. Ci soffermeremo solo su tre aspetti. Il 53% del campione percepisce un aumento della criminalità negli ultimi anni.

Per quanto riguarda le principali cause di insicurezza il 23% indica la microcriminalità e il 20% la criminalità organizzata. Per quel che riguarda gli interventi per aumentare il senso di sicurezza il 63% vorrebbe una politica locale più attenta a combattere fenomeni di criminalità, mentre la restante parte ritiene come intervento più utile il maggior controllo del territorio da parte delle forze dell’ordine.

Merita attenzione anche il dato che riguarda la denuncia di chi ha subito un reato: il 40% di quelli che hanno subito reati non hanno denunciato il fatto per sfiducia nelle forze dell’ordine che comunque non avrebbero agito o perché il fatto non era ritenuto grave (23%). C’è un 30% che afferma di non aver denunciato per non avere ulteriori fastidi.

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Questi dati – continua Cagnazzo – ci fanno riflettere sul fatto che serve in questi Comuni un’iniziativa costante contro la criminalità e non episodica. A partire dall’agenda politica: deve assolutamente diventare questione centrale dell’impegno politico il tema del contrasto all’usura ed al racket delle estorsioni.

L’azione di contrasto non può più essere pensata in termini di esclusiva delega alle forze dell’ordine e magistratura, ma in termini di assunzione diretta di responsabilità.

Ci sono leggi dello Stato – conclude il Responsabile dell’Ufficio Antiracket, istituito a settembre di quest’anno, in prima fila nella lotta ai fenomeni di usura ed estorsioni – che aiutano economicamente chi denuncia. Il problema della riconquista di un territorio richiede un’iniziativa permanente di sensibilizzazione, di orientamento dei comportamenti sociali e culturali.

Ed è per questo che la politica deve porsi in prima persona il tema di come promuovere una nuova consapevolezza nella società civile

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