L’incontro tra Alitalia e sindacati per definire la nuova struttura operativa di Alitalia è proseguito nella notte, affrontando i nodi del contratto di settore e della riduzione del costo del lavoro. Intorno al tavolo organizzato presso il ministero dei Trasporti le parti dovrebbero tornare in giornata per limare i punti su cui ancora non c’è accordo completo.
La CGIL non firma l’accordo sugli esuberi perché la posizione dell’azienda – secondo il sindacato guidato dalla Camusso – resta “incomprensibile” e le modalità di trasferimento del personale avvengono con soluzioni di “dubbia legittimità“.
Intanto Alitalia va avanti; la presentazione del nuovo volo Roma-Abu Dhabi – una sorta di dichiarazione di intenti per il futuro – diventa l’occasione per illustrare le prossime mosse tra la compagnia di bandiera italiana ed Etihad: le due compagnie sono vicine a finalizzare una transazione finanziaria che porterà Etihad ad investire 560 milioni per una quota del 49% della newco Alitalia.
Sulle prospettive occupazionali è tornato il ministro del lavoro Giuliano Poletti spiegando che la riduzione degli esuberi da 2.251 a 1.635 esuberi, con l’ipotesi di ricollocamento per 681 è “il massimo del risultato possibile“: il Governo ha fatto tutto il possibile, messo in campo tutti gli strumenti, ma l’uscita dei lavoratori che non fossero stati ricollocati fuori dal perimetro della nuova impresa era una condizioni poste all’inizio da Etihad e non si è potuto far altro che prenderne atto.