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L’Italian sounding vola anche sul web con gli ‘agropirati’ che sfruttano il valore incalcolabile del brand ‘made in Italy’ e dei prodotti tutelati da marchi comunitari per vendere finti olio extravergine pugliese, lenticchia di Altamura, burrata di Andria e Limone Femminello del Gargano, intercettati e bloccati dall’Ispettorato centrale della tutela e qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari. E’ la denuncia di Coldiretti Puglia, sulla base dei dati del Rapporto 2018 dell’ICQRF del MIPAAFT.

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“Con i prodotti che sfruttano l’italian sounding, un business che fattura nel mondo oltre 100 miliardi di euro, occorre difendere anche sul web un patrimonio agroalimentare straordinario sotto attacco dell’agropirateria internazionale. Le esportazioni di prodotti agroalimentari tricolori potrebbero triplicare se ci fosse uno stop alla contraffazione alimentare internazionale, quando sono ancora falsi quasi due prodotti alimentari di ‘tipo italiano’ su tre”, denuncia Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia. Coldiretti ha coniato un neologismo per descrivere il panorama criminale “agropirateria”. “Il fenomeno criminale si sviluppa – aggiunge il presidente Muraglia – attraverso la vendita, le importazioni, la manipolazione e la trasformazione di prodotti agricoli di dubbia qualità e provenienza che giungono nel nostro Paese e diventano “made in Puglia” e “made in Italy” fregiandosi in modo fraudolento dell’immagine che accompagna, nel mondo, le produzioni del nostro territorio”.

Molto ‘evocative’ del vero made in Puglia le etichette irregolari stanate e bloccate dall’ICQRF, denuncia Coldiretti Puglia, come l’olio extravergine di oliva BIO Puglia Terre di Bari, i Lomoni del Gargano biologici citrus lemon sicilia o la burrata di Andria in bicchiere.

“Lo scenario ‘evolutivo’ delle agromafie – insiste Muraglia – è drammaticamente dilagante. Vanno contrastate nei terreni agricoli, nelle segrete stanze in cui si determinano in prezzi, nell’opacità della burocrazia, nella fase della distribuzione di prodotti, ora anche sul web, che percorrono migliaia di chilometri – aggiunge Muraglia – prima di giungere al consumatore finale, ma anche con la trasparenza e l’informazione dei cittadini che devono poter conoscere la storia del prodotto che arriva nel piatto”.

Il falso Made in Italy a tavola colpisce in misura diversa tutti i diversi prodotti, dai salumi alle conserve, dal vino ai formaggi ma anche extravergine, sughi o pasta e riguarda tutti i continenti, denuncia Coldiretti Puglia, come dimostrato dall’attività investigativa di NAS, ICQRF, Carabinieri Forestali…..

Si stima che siano coltivati o allevati all’estero oltre il 30% dei prodotti agroalimentari acquistati dai consumatori, con un deciso aumento negli ultimi decenni delle importazioni da paesi extracomunitari dove non valgono gli stessi diritti sociali dell’Unione Europea. Formaggi, conserve di pomodoro, olio d’oliva, ortofrutta fresca e trasformata, zucchero di canna, rose, olio di palma, sono solo alcuni dei prodotti stranieri che arrivano in Italia che sono spesso il frutto di un “caporalato invisibile” che passa inosservato solo perché avviene in Paesi lontani, dove viene sfruttato il lavoro minorile, che riguarda in agricoltura circa 100 milioni di bambini secondo l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO), di operai sottopagati e sottoposti a rischi per la salute, di detenuti o addirittura di veri e propri moderni “schiavi”, prodotti venduti in Italia e all’estero magari come ‘made in Italy’.

“L’attività di contrasto degli organismi di controllo è una necessità vitale per combattere la concorrenza sleale del falso made in Italy agroalimentare che sfrutta illecitamente parole, colori, località, immagini, denominazioni e ricette che si richiamano all’Italia per prodotti taroccati che non hanno nulla a che fare con la realtà nazionale. Un obiettivo – conclude la Coldiretti – sostenuto dalla importante decisione del Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede di chiedere la collaborazione di Giancarlo Caselli e dell`Osservatorio Agromafie promosso dalla Coldiretti, proprio per procedere alla revisione delle leggi in materia”, conclude il presidente Muraglia.

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