Per molti comparti del settore primario, i lavoratori dall’estero risultano spesso essenziali.
Ed è per questo che si attende, con apprensione, l’approvazione del cosiddetto “decreto flussi” che regola, con cadenza annuale, le quote per i visti per la manodopera in ingresso sul territorio italiano. L’allarme è stato lanciato dalle associazioni di categoria, secondo cui gli immigrati che arrivano per l’impiego stagionale rappresentano un quarto della forza lavoro: senza di loro il settore andrebbe, pertanto, in crisi.
“Fonti di Palazzo Chigi mi hanno confermato che il decreto flussi è attualmente al vaglio della Corte dei Conti per il suo benestare – rende noto il deputato Giuseppe L’Abbate, esponente M5S della Commissione Agricoltura della Camera – Auspichiamo che ciò avvenga in maniera rapida così da non rimandare troppo l’atteso click day che permetterà alle imprese agricole di presentare la propria richiesta di manodopera”.
Il datore di lavoro che intende assumere un lavoratore residente all’estero deve inviare, infatti, tramite la procedura telematica una richiesta nominativa di assunzione, rispettando le tempistiche stabilite dallo stesso decreto. Tra i requisiti per presentare la domanda: la sussistenza di un reddito minimo da parte del datore di lavoro, l’indicazione di una idonea sistemazione alloggiativa per il lavoratore straniero, la proposta di contratto.
Tutta la documentazione attestante i requisiti inseriti nella procedura informatica dovrà poi essere consegnata allo Sportello Unico al momento della stipula del contratto di soggiorno.