Uva Victoria imballata
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“È quanto mai necessaria una nuova trattativa sul rinnovo dei contratti di lavoro provinciali. È necessario investire sul futuro competitivo delle imprese agricole, percorrendo insieme ai lavoratori l’unica strada possibile della crescita, tenendo conto dello scenario europeo. Le nostre imprese sono spesso penalizzate dai costi di burocrazia e lavoro, con una tassazione sul lavoro stagionale più alta che in Paesi come Francia e Spagna. Occorre rafforzare la catena della legalità in agricoltura, minacciata e indebolita dalle distorsioni lungo la filiera, dalla distribuzione all’industria fino alle campagne, dove i prodotti agricoli sono pagati sottocosto pochi centesimi”.

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E’ quanto ha detto il presidente di Coldiretti Taranto, Alfonso Cavallo, all’incontro con il Prefetto di Taranto, Antonia Bellomo, sottolineando la necessità di “una grande azione di responsabilizzazione dal campo allo scaffale per garantire che dietro tutti i prodotti agricoli e agroalimentari in vendita, italiani e stranieri, ci sia un percorso di qualità che riguardi l’ambiente, la salute e il lavoro, con una equa distribuzione del valore”.

A quasi 3 anni dall’approvazione della legge sul caporalato, l’esperienza dimostra che la necessaria repressione da sola non basta ed è invece necessario – ha sottolineato Coldiretti Taranto – agire anche sulle leve economiche che spingono o tollerano lo sfruttamento.

“Per questo occorre affiancare le norme sulla legalità e sui corretti rapporti di lavoro all’approvazione delle proposte di riforma dei reati alimentari presentate dall’apposita commissione presieduta da Giancarlo Caselli, presidente del comitato scientifico dell’Osservatorio Agromafie promosso dalla Coldiretti. Esiste un evidente squilibrio nella distribuzione del valore lungo la filiera favorito anche da pratiche commerciali sleali – ha denunciato Cavallo – nonostante il codice etico firmato dal Ministero delle Politiche Agricole e dalle principali catene della grande distribuzione, che avrebbe dovuto evitare questo fenomeno che spinge a prezzi di aggiudicazione che non coprono neanche i costi di produzione”.

“Necessario tagliare la burocrazia a carico delle imprese “per aiutarle a recuperare qualche punto di Pil – ha incalzato Cavallo – passando attraverso il pit stop della legge anti caporalato in tempi brevi e certi, uno strumento da non stravolgere, ma certamente da migliorare nelle parti che non hanno funzionato, prevedendo azioni comuni da intraprendere per far incontrare in maniera trasparente domanda e offerta di lavoro in agricoltura.”

Vanno bloccate le aste capestro on line al doppio ribasso che strangolano gli agricoltori con prezzi al di sotto dei costi di produzione e alimentano nelle campagne la dolorosa piaga del caporalato, secondo quanto ha ribadito Coldiretti Taranto, nel commentare positivamente l’approvazione alla Camera della proposta di legge che introduce il divieto della vendita sottocosto dei prodotti agroalimentari e in particolare delle aste elettroniche a doppio ribasso.

“Si aggravano così i pesanti le distorsioni dal campo alla tavola, visto che per ogni euro di spesa in prodotti agroalimentari freschi come frutta e verdura solo 22 centesimi arrivano al produttore agricolo ma il valore scende addirittura a 2 centesimi nel caso di quelli trasformati dal pane ai salumi fino ai formaggi”, ha insistito il presidente Cavallo.

“Siamo impegnati nel rinnovo del contratto provinciale di lavoro – ha annunciato Cavallo – che è strumento sostanziale per riconoscere dignità ai lavoratori, ma anche per garantire l’etica delle imprese a tutela della concorrenza sui mercati, nell’ennesima stagione drammatica per i prezzi dei prodotti agricoli alla produzione. Non è rinviabile e derogabile l’operazione di trasparenza e di emersione, mettendo a punto un patto di emancipazione dell’intero settore agricolo in grado di distinguere chi oggi opera in condizioni di sfruttamento e di illegalità da chi produce in condizioni di legalità come dimostrano i 322mila immigrati, provenienti da ben 169 diverse nazioni, assunti regolarmente in agricoltura. Ma gli imprenditori agricoli hanno il diritto di lavorare con serenità. La “Rete del lavoro agricolo di qualità” è un archivio utile a misurare e ad attestare il livello di legalità di un’impresa. L’importante è che non diventi uno strumento per controlli interforze in campagna proprio sulle aziende agricole che hanno scelto un percorso di trasparenza e di etica del lavoro”, ha concluso il presidente Cavallo.

“Determinante la stretta sulla semplificazione in materia di lavoro in agricoltura – ha segnalato Coldiretti Taranto – per 100mila operai agricoli pugliesi con la firma della bozza di Decreto interministeriale dei Ministeri della Salute e dell’Agricoltura con capofila il Ministero del Lavoro. Due le anticipazioni decisive che alleggeriscono tempi, costi e peso della burocrazia, le visite mediche che diventeranno biennali per i lavoratori agricoli e saranno fatte presso le ASL o gli enti bilaterali e la semplificazione degli adempimenti legati alla formazione, allentando costi e tempi, anche in considerazione dei tanti lavoratori stranieri stagionali impiegati nelle aziende agricole pugliesi. I contenuti della bozza di Decreto, alla cui definizione ha collaborato attivamente il responsabile nazionale Lavoro e Relazioni Sindacali di Coldiretti Magrini, è stato condivisa dal mondo delle imprese agricole e dai sindacati dei lavoratori ed è un grande passo avanti lungo il percorso di semplificazione e sussidiarietà necessarie a recuperare lo spread di competitività delle imprese agricole pugliesi in Europa, considerato che l’attività legislativa rimanda spesso a provvedimenti amministrativi che alimentano una tecnocrazia insopportabile.”

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