Sembra finalmente in vista del traguardo la legge sul comparto biologico nazionale che dovrebbe arrivare presto alla Camera per un “via libera” definitivo, dopo oltre dieci anni di attesa da parte dei produttori e consumatori, sempre più attenti alla qualità di cibi ed alimenti. La proposta di legge “Disposizioni per lo sviluppo e la competitività della produzione agricola e agroalimentare con metodo biologico” presentata su iniziativa dei deputati Gadda, Moretto, Marco Di Maio, Vazio, Pezzopane, Rizzo, Nervo, Morani, D’Alessandro, Cardinale, La Marca, Cantini e Gribaudo sta ultimando il suo iter parlamentare giungendo, con relatore Pasquale Maglione, alla Camera dei Deputati per la seconda lettura, come trasmessa dal Senato il 24 maggio 2021 ed aver concluso l’esame in Commissione il 29 luglio 2021.
Un importante settore produttivo
Il settore della agricoltura biologica è sempre più importante, e ad oggi in Italia conta circa 82mila operatori, per oltre 2mila ettari coltivati.
Quello che sino a poco tempo fa era un settore di nicchia oggi vede protagoniste consapevoli ed attente 9 famiglie italiane su 10, raggiungendo la cifra record di 4,3 miliardi di euro.
Un settore in crescita costante, con un aumento del 7% ed ulteriormente in aumento nelle previsioni per l’anno in corso, accompagnato dall’export che registra un +11% a 2,9 miliardi di euro.
Benessere ed economia
Se la agricoltura è da sempre uno dei settori trainanti della economia italiana, il biologico continua quindi ad affermarsi, rendendo sempre più necessario che l’Italia, Paese leader a livello europeo in questo campo, possa dotarsi di una legge moderna sul biologico.
Anche in questo campo si guarda alle possibilità offerte dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) dove sono stati previsti 300 milioni di euro per la creazione di contratti di filiera e distretto dedicati alle produzioni biologiche.
Una legislazione in linea con le strategie comunitarie ‘Farm to Fork’ e ‘Biodiversità’ che hanno indicato i target da raggiungere: stimolare i consumi bio, aumentarne la produzione e migliorarne la sostenibilità.
Un marchio nazionale
Per tutelare produttori e consumatori la norma di legge in discussione prevede di ridisegnare e armonizzare il comparto bio italiano istituendo un marchio nazionale, il tavolo tecnico che lavorerà per redigere il Piano d’azione per agevolare la conversione da agricoltura convenzionale e la promozione dei distretti bio nonché il Piano delle sementi.
Inoltre, grazie al Fondo per lo sviluppo delle produzioni bio, verrà dato sostegno alla ricerca tecnologica e applicata al settore mentre al Governo verrà chiesto di razionalizzare le norme sui controlli nel settore, a tutela dei produttori onesti ma soprattutto dei consumatori, cresciuti del 133% nell’ultimo decennio.
Una legge entro l’autunno
“Eventuali singoli questioni potranno essere oggetto di revisioni in successivi provvedimenti ma è fondamentale che l’impianto diventi legge entro questo autunno” ha commentato il deputato Gianpaolo Cassese, componente della Commissione Agricoltura.