Un anniversario importante per il 2016. Si ricorderà la morte del sottotenente (poi tenente e colonnello) Agostino Gaudinieri, che fu amico di Ungaretti e D’Annunzio, e scrisse dei versi che riportano allo stile ungarettiano e alla prosa del “Notturno” di D’annunzio.
“Non c’è luce/ Le trincee hanno seppellito/ Il sole”.
“La polvere ha coperto/ La memoria/ Per custodirla/ D’immenso”.
Gabriele D’Annunzio arrivò in Puglia e attraversò Grottaglie grazie anche al suggerimento di Agostino Gaudinieri. Si era chiaramente nella fase post bellica (Grande Guerra). Il Vate aveva già scritto i suoi versi su Taranto e sui porti di Taranto. Il “Notturno” era nel contesto di quella temperie (scritto nel 1916 e pubblicato nel 1921)
Il suo incontro con il poeta Raffaele Carrieri avvenne sì a Fiume, ma il ragazzo, e futuro grande poeta dei mari divisi, ovvero Carrieri, aveva così mitizzato l’eroe di Buccari che non perse occasione per sfiorare, proprio a Grottaglie, la giacca militare del viaggiatore del mediterraneo mare e luogo attraversato con Scarfoglio e la Serao.
Il poeta che cantò Taranto e il suo Golfo si fermò a Grottaglie. Il suo amore religioso è stato sempre il francescanesimo e la figura di San Francesco di Paola lo condusse all’altro Francesco, a quello di Assisi.
A Grottaglie apprese le notizie del Paolano francese e si entusiasmò al punto di annotare la possibilità di scrivere una vita sui due Santi. Non fece nulla perché le azioni furono sempre più veloci dei pensieri e il pensiero non ebbe la possibilità di sedimentare in un linguaggio metaforico e allegorico. Ma visitò rapidamente il convento di San Francesco di Paola.
Nei miei studi sulla nobiltà dei Gaudinieri, mia nonna paterna era una Gaudinieri, come ho sottolineato più volte in alcuni Convegni e nel libro in uscita da Pellegrini “Cinque fratelli”, la figura di D’Annunzio era di casa e questo episodio assume un suo contorno.
Il tenente Agostino Gaudinieri, più giovane di D’Annunzio, fu decorato sull’Isonzo nel 1916 località Bosco Cappuccio per una sua impresa militare, aveva avuto modo di conoscere molto bene il Vate, era di famiglia francescana e paolana, ed era a conoscenza del suo attraversamento tra le strade di Grottaglie, incuriosito soprattutto del convento dei Paolotti.
D’Annunzio, comunque, era a conoscenza della nobiltà stemmata dei Gaudinieri (stemma, tra l’altro, raffigurante una aquila con una rosa rossa nel becco, simbolo significativo ed alchemico per lo stesso D’Annunzio) che discendevano dai Godiner della Francia, giunti in Calabria nella temperie rinascimentale – barocca e il tenente Agostino Gaudinieri, zio di mio padre (e fratello della madre Giulia Gaudinieri, mia nonna), era amico del soldato Ungaretti Giuseppe, il quale era, anch’egli, a conoscenza del passaggio e della presenza, incognita, di D’Annunzio a Grottaglie.
Un altro aspetto fondamentale è dato dal rapporto militare (e letterario) di Ungaretti e Gaudinieri si trovarono insieme a Bosco Cappuccio e la famosa la raccolta “Il porto sepolto” porta propria una poesia in cui si parla di Bosco Cappuccio con la data, appunto del 1916. Gaudinieri fu un attento letterato e bibliofilo.
Aver vissuto in una famiglia con una vasta biblioteca e personaggi che hanno segnato la storia e hanno lasciato documenti straordinari mi permette ora di recuperare questa “mia” storia che resta una storia senza parentesi. La presenza di D’Annunzio a Grottaglie… Il legame tra Gaudinieri, D’Annunzio e Ungaretti… sono elementi che permettono di rileggere non solo un contesto di famiglia, ma soprattutto una dimensione della storia…
Tra la nobiltà dei Gaudinieri e D’Annunzio ci fu un legame proprio durante gli anni che preparavano il Fascismo e soprattutto dopo… Agostino Gaudinieri diventerà colonnello e morirà nel 1966. Era nato nel 1892.
In una Cartella pubblicata in questi giorni si annunciano queste tesi e nelle celebrazioni per i 50 dalla morte si parlerà proprio del rapporto tra Ungaretti, D’Annunzio a Agostino Gaudinieri non solo militare ma anche poeta.
Si colgono alcuni versi: “Audaci chi morì/Nella vita/E mai chi la morte/la soffrì”.
“Se a morir di sorpresa/Il vento rapisce/Nella vita non si ha sconfitta/Se l’onore ha il coraggio d’aquila”.
Gli elementi caratterizzanti per una lettura comparata del poeta Gaudinieri sono riferimenti semantici ed estetici interessanti.