“Cornuto, picchiato e cacciato da casa”, è il modo di dire che descrive le vicende di uno sfortunato marito maltrattato dalla moglie fedifraga ma è anche – purtroppo – la fotografia esatta e cinica della situazione in cui versa attualmente lo stato dell’utenza aerea tarantina. Mentre si susseguono incontri al vertice, riunioni di addetti ai lavoro, prese di posizione di sindaci e consigli comunali; mente si annunciano e si smentiscono voli civili, vocazioni cargo, ambizioni aerospaziali e collegamenti da e per ovunque, la Ryanair fa pubblicità alla “Semana Santa” di Siviglia offreno voli da Bari a meno di trenta euro.
Che la passione – intesa come sofferenza – a Taranto durasse ben di più che la sola settimana dei riti pasquali è cosa ben nota, che però al danno si aggiungesse la beffa, davvero era difficile immaginarlo, perché se la compagnia aerea fa – giustamente – il suo interesse promuovendo voli low cost verso destinazioni estere che rende appetibili ai suoi clienti pubblicizzando gli eventi interessanti che li si svolgono, è altrettanto vero che la Ryanair dalla Puglia prende 12 milioni di euro più altri milioni di euro di sconti sui servizi di cui gode, situazione che senza dubbio le consente di godere di un certo vantaggio competitivo. Orbene, se è vero come è vero che non è molto educato sputare nel piatto dove si è lautamente mangiato, sarebbe opportuno che se a Bari si pubblicizza la settimana santa spagnola, magari in Spagna si pubblicizzi quella tarantina, tanto per ricordare un altro saggio proverbio nostrano: “Dammi e ti do, e l’amicizia dura”.
Ci si attende dalle istituzioni locali una presa di posizione in merito, ma al momento, oltre ad una rammaricata dichiarazione del sindaco di Taranto Stèfano, non vengono registrate altre proteste, né dalla sede regionale in via Capruzzi né tantomeno dai parlamentari ionici e pugliesi. Certo i proclami fanno effetto, le parole roboanti affascinano, i progetti avveniristici fanno sognare, ma crediamo che da questo aeroporto debbano una volta per tutte cominciare a decollare fatti concreti, e non parole che – come alianti senza pilota – vanno dove le porta il vento.