«Abbiamo appreso che il Ministro Alfano pensa di realizzare a Taranto un “hub” per il transito e l’identificazione delle migliaia di uomini e donne che, probabilmente, arriveranno sulle coste italiane dalla Libia nei prossimi mesi.» Lo dichiarano in una nota congiunta la On. Donatella Duranti e Maurizio Baccaro, coordinatore provinciale SEL Taranto.
«Secondo le notizie di stampa – affermano i due esponenti di SEL, i migranti, perlopiù richiedenti asilo, dovrebbero rimanere nel capoluogo jonico non oltre le 72 ore, ospitati in una tensostruttura al porto, per poi essere destinati a strutture di accoglienza sul territorio regionale e nazionale. Esprimiamo forte disappunto per il modo di procedere del Ministro che fa annunci sulla stampa anziché confrontarsi con il Parlamento e coinvolgere il sindaco della città. Il Governo Renzi continua ad affrontare la questione degli sbarchi dei disperati, che scappano da guerre e fame, come si tratti di un’emergenza. Siamo, al contrario, di fronte ad un fenomeno strutturale che va gestito in modi e tempi completamente diversi. Si devono cambiare le politiche migratorie e dell’accoglienza italiane ed europee per garantire il soccorso in mare ed evitare di contare ancora morti nel Mediterraneo; organizzare canali umanitari dai Paesi di transito; avviare la gestione condivisa e multilaterale del soccorso e dell’accoglienza.
Ed invece – scrivono ancora la Duranti e Baccaro – il Governo ha sospeso “Mare Nostrum” che è stata sostituito dall’operazione europea “Triton” che rischia, per la sua natura, di produrre più morti e tragedie, ed ha sospeso le procedure per il riconoscimento dei permessi di soggiorno a scopi umanitari. Sinistra Ecologia e Libertà presenterà un’interrogazione urgente per chiedere al Ministro che renda noto, al più presto, se esiste un programma di pianificazione nazionale per il transito e l’accoglienza che definisca le quote per ogni territorio regionale e provinciale; quali sono le caratteristiche che dovrà avere la struttura prevista al porto di Taranto; se è prevista una quota massima per la città e la provincia; se esiste un progetto rispetto alla regolarizzazione delle persone che rimarranno sul territorio nazionale. Infine, perché non ha dato corso ad un nostro ordine del giorno accolto che prevede l’estensione al comune di Taranto dell’esclusione delle spese connesse alla pressione migratoria dal patto di stabilità.
La città può e deve, a nostro parere, dare un contributo importante ad affrontare la situazione e non girare lo sguardo davanti alla tragedia dei profughi di Paesi in cui l’Italia e l’Europa hanno contribuito a creare condizioni di instabilità e di guerra con una politica estera sbagliata. Abbiamo un dovere nei confronti di quelle donne e di quegli uomini ma il Governo non può continuare con interventi rabberciati e altamente insufficienti che, peraltro, hanno già dimostrato di non essere all’altezza delle responsabilità del nostro Paese, prima frontiera del Mediterraneo.
Infine – concludono i due esponenti di SEL, esprimiamo preoccupazione e sdegno per alcune reazioni riportate dalla stampa locale che alimentano paura ed intolleranza anziché favorire un clima di serenità e un serio ragionamento per adottare soluzioni improntate ai principi di civiltà e di solidarietà di cui Taranto ha già dato prova.»