Filtrano le indiscrezioni sul “Parco della Civiltà”, la nuova struttura che sta sorgendo a Grottaglie, su un’area di oltre 8.700 metri quadrati proprio alle spalle del Municipio, a due passi dal centro storico e dal Quartiere delle Ceramiche.
La prima è la data dell’inaugurazione che avverrà giovedì 21 giugno: tutta la cittadinanza potrà così appropriarsi di questo grande spazio verde attrezzato; qui la comunità, infatti, potrà usufruire, tra l’altro, di parco giochi, percorso vita e benessere, con attività “dedicate” alla terza età, spazio yoga e fitness, dog’s city park, orto botanico e anfiteatro.
Inoltre, grazie al contributo di conoscitori della storia e delle tradizioni locali, tra cui la guida ambientale escursionistica Gian Claudio Sannicola, si è riusciti a ricostruire la storia di questa area che, ubicata a poche centinaia di metri dalla Chiesa Madre di Grottaglie, un tempo era vicina alle tre porte di accesso alla città.
Il Parco della Civiltà di Grottaglie è ubicato nella zona più bassa della città, area che un tempo era adibita alla coltivazione di ortaggi e di alberi da frutto; questo sito, infatti, era chiamato “bbasciu li sciardenere”, letteralmente “giù ai giardini”, ovvero un terreno a terrazzamento in cui operavano i “giardinieri”, cioè i coltivatori della terra. Oltre agli ortaggi, di certo si coltivano melograno, mela cotogna, corbezzolo, mirto, pero, timo e diversi agrumi, nonché vi venivano raccolte le essenze dalle quali nei laboratori un tempo si estraevano i colori naturali.
Al riguardo l’avvocato Fabiola La Grotta, direttore e gestore del Parco della Civiltà, ha annunciato che «è nostra intenzione rinverdire questa tradizione locale adibendo un’area ad orto botanico in cui, anche a scopo didattico per le scolaresche, saranno coltivate cultivar locali». Ancora più suggestivo è stato il ritrovamento di un piccolo ambiente ipogeo che l’azienda che gestisce il Parco della Civiltà, ha deciso di mantenere nel suo stato originario. L’ipogeo sarà inglobato nella moderna struttura di ristorazione, a disposizione di cittadini e turisti, con caffetteria, pasticceria, gelateria artigianale, “rusticheria” e un corner dedicato ai cocktail e alla “champagnerie”. Così in una parete della struttura, i cui interni si caratterizzano per un design moderno con elementi “green” e coloratissime immagini di fiori e di frutti, si apre l’originario accesso in tufo dell’ipogeo, un ambiente il cui pavimento è costituito da antichissime “chianche”. Si tratta di un angusto ipogeo artificiale scavato nel tufo dalle sapienti mani dei “zuccaturi” locali, uno spazio che presumibilmente, come si desume dalla presenza di mangiatoie interamente ricavate all’interno della roccia tufacea, era utilizzato come stalla e capanno degli attrezzi agricoli. Una destinazione d’uso confermata anche dalla presenza di uno sfiatatoio di un focolare o di una cucina, tipico delle antiche stalle, la cui parete tufacea è ancora oggi più scura avendo assorbito per secoli i fumi del fuoco.
Fabiola La Grotta ha spiegato che «abbiamo voluto preservare nello stato originario questo ambiente ipogeo, uno spazio che intendiamo utilizzare come area espositiva sia per l’artigianato ceramico grottagliese, sia per le eccellenze dell’enogastronomia locale, prodotti che uniscono i sapori della antica tradizione della civiltà contadina alle moderne tecnologie alimentari in grado di garantire al consumatore la salubrità degli alimenti mantenendone le proprietà organolettiche».