La festa di San Ciro a Grottaglie è un intreccio di fede, tradizione e comunità, un evento che coinvolge l’intera città in un’atmosfera di devozione e partecipazione. Tra i momenti più attesi della celebrazione, oggi, dopo la Santa Messa, si è svolta la benedizione del pane di San Ciro, un rito antico e simbolico che affonda le sue radici nella storia della devozione locale. Subito dopo, è iniziata la “Varda a San Ciro”, un momento unico in cui i fedeli possono avvicinarsi alla statua del Santo Patrono, contemplarla da vicino e rivolgergli preghiere personali.
La benedizione del pane: un rito di fede e condivisione
La tradizione della benedizione del pane di San Ciro è un appuntamento immancabile della festa. Questo gesto ha un forte valore simbolico, che rimanda direttamente alla carità e alla protezione del Santo verso i più bisognosi. Il pane, alimento essenziale e segno di condivisione, viene benedetto dal parroco nella Chiesa Madre e poi distribuito ai fedeli, che lo ricevono con rispetto e devozione.
Questa pratica affonda le sue radici nella convinzione popolare che il pane benedetto sia portatore di protezione e benedizione per le famiglie. Molti lo conservano in casa, altri lo consumano in segno di comunione spirituale con il Santo e con la comunità. Il gesto della distribuzione, semplice ma carico di significato, richiama uno dei principi fondamentali della festa di San Ciro: la solidarietà verso il prossimo.
La “Varda a San Ciro”: un momento di intimità con il Santo Patrono
Subito dopo la benedizione del pane, la celebrazione è proseguita con la tradizionale “Varda a San Ciro”, uno dei momenti più sentiti dai fedeli. In questo frangente, la statua del Santo viene resa accessibile ai devoti, che possono avvicinarsi, sostare in preghiera e contemplarla da vicino.
Questa usanza è vissuta con grande emozione da chi partecipa. La possibilità di guardare il Santo negli occhi, sfiorare la sua statua e affidarsi alla sua protezione è per molti un’esperienza di profonda spiritualità. È un atto di devozione personale, che si inserisce nel più ampio contesto della festa, creando un forte legame tra il popolo e il proprio patrono.
Durante la “Varda”, le persone si avvicinano in un clima di raccoglimento e preghiera. Alcuni portano con sé immagini, rosari o piccoli oggetti da benedire, altri rivolgono silenziosamente richieste di grazia o ringraziamenti per le benedizioni ricevute. Questo momento rappresenta una sorta di dialogo silenzioso tra il Santo e i suoi devoti, una testimonianza di come la fede popolare sia ancora oggi viva e radicata nella comunità.
Gli appuntamenti della giornata
📌 Dalle ore 7.00 alle ore 17.30 – In Chiesa Madre, i fedeli potranno ricevere la benedizione con l’olio di San Ciro e recitare la preghiera scritta da San Francesco de Geronimo per la cura degli ammalati.
📌 Dalle ore 12.00 alle ore 16.00 – Varda a San Ciro, un’occasione per i fedeli di avvicinarsi alla statua del Santo e rivolgere preghiere personali.
📌 Ore 18.00 – Solenne pontificale presieduto da Mons. Ciro Miniero, Arcivescovo Metropolita di Taranto.
📌 Ore 20.00 – Benedizione e accensione della Pira nella zona 167 bis, a cura dell’Associazione “Gli Amici della Foc’ra”.
Un legame che si rinnova di anno in anno
La benedizione del pane e la “Varda a San Ciro” sono due riti che uniscono passato e presente, tramandati di generazione in generazione. Seppur semplici nei gesti, racchiudono tutto il senso della festa: devozione, condivisione e fede.
Ogni anno, questi momenti si ripetono con la stessa intensità, coinvolgendo sia i fedeli storici che i più giovani, che imparano così a conoscere e a vivere le tradizioni della loro città. La festa di San Ciro non è solo un evento religioso, ma anche un’occasione per rafforzare il senso di appartenenza alla comunità, ricordando l’importanza della solidarietà e della preghiera.
Mentre la giornata prosegue con altre celebrazioni ed eventi, il cuore della festa resta proprio in questi gesti di fede, nei volti delle persone che si affidano al Santo, nei canti e nelle preghiere che risuonano nella Chiesa Madre. Un patrimonio di tradizioni che, anno dopo anno, continua a essere custodito e vissuto con amore dai grottagliesi.