Da oltre cinque secoli nel cuore del centro storico, la chiesa dedicata alla Madonna del Carmine rappresenta la viva testimonianza del culto carmelitano a Grottaglie, rappresentato sia da usanze e tradizioni che dalla popolarità di nomi come Carmine, Carmelo e Carmela.
Affiancata da un monumentale chiostro e dai locali dell’ex convento, con la cripta ipogea sottostante ed i locali della confraternita del Carmine che la fronteggiano, la chiesa custodisce e protegge dei veri e propri tesori di arte e fede.
Madonna del Carmine a Grottaglie, oltre cinque secoli di storia
A Grottaglie, come in molte altre comunità, il XVI secolo è stato un periodo importante dal punto di vista civile, politico e religioso. Da questo ultimo punto di vista, possiamo notare che a quel tempo risale la fondazione di numerosi conventi e monasteri, alcuni dei quali ancora oggi aperti al culto dei fedeli.
Nel 1505 i primi ad insediarsi nel territorio grottagliese furono i Carmelitani, seguiti poi dai Padri Minimi nel 1536 e dai Cappuccini nel 1546.
Ubicata nei pressi di quella che probabilmente un tempo era la cosiddetta “porta della Rovera”, la chiesa del Carmine testimonia già sul fronte la sua appartenenza carmelitana, con il dipinto della Vergine sull’ingresso principale e le due statue dei profeti Elia ed Eliseo ai lati.
In realtà, come spesso accade di rilevare anche per altri luoghi dalla storia secolare, il complesso edilizio è stato realizzato in varie epoche e risente quindi della evoluzione del gusto estetico e delle tecniche costruttive dei tempi.
Se l’ubicazione è senz’altro da attribuire alla preesistente cripta sotterranea di cui si era persa traccia e ritrovata casualmente durante i lavori di restauro del 1998, in cui fu scoperto un affresco della Madonna, la chiesa ed il convento adiacente furono realizzati a partire dai primi anni del 1500 dal Sacerdote Romano de Romano, mentre la facciata della chiesa – che richiama lo stile barocco – risale ai primi anni del ‘700 ed il chiostro del convento – decorato con affreschi raffiguranti la vita di Sant’Elia – risale al XVI sec.
Opere d’arte e di fede
L’interno della chiesa è a tre navate con cappelle laterali con altari, ciascuna arricchita da tele (una tra tanti, il dipinto del napoletano Paolo Finoglio alle spalle del fonte battesimale) ed altre opere d’arte, tra cui spicca il presepe in pietra policroma attribuito a Stefano da Putignano e realizzato intorno al 1530.
Altre opere da ammirare sono la tela raffigurante la Madonna del Carmine con Santi e confratelli, ubicata nell’abside della navata centrale a la cappella dedicata a San Michele Arcangelo, ubicata in una navata laterale.
Altrettanta attenzione merita ovviamente la immagine della Beata Vergine del Monte Carmelo, databile al XIV secolo e collocata nel XVIII secolo nella seconda cappella a sinistra della chiesa, dove è tuttora visibile, che dovrebbe corrispondere al dipinto noto un tempo come Madonna della Grotta e ritrovato nella cripta donata dal Sacerdote Romano de Romano.