Nel podcast odierno ritornano dei temi già trattati in altri episodi precedenti: le ingiustizie che il popolo di Grottaglie doveva subire a causa della malvagità dei signorotti locali, un clero più attento ai benefici terreni che a quelli spirituali, storie d’amore travagliate e atti di viltà che per un proprio tornaconto personale condannano un innocente.
Ingiustizia e violenza
“Nulla di nuovo sotto il sole”, si potrebbe commentare; ingiustizia e violenza sono mali che da sempre affliggono gli strati più deboli della popolazione con atti scellerati che per colpa di pochi colpiscono molti.
Una situazione particolarmente grave a Grottaglie, dove nei secoli scorsi hanno purtroppo spadroneggiato principi e nobili che tali erano solo di nome, ed un potere clericale che utilizzava i dogmi religiosi per vessare i cittadini, giungendo a volte a scatenare vere e proprie rivolte.
Non sono una rarità i comportamenti passati alla memoria popolare e diventati oramai proverbiali, a volte corroborati da testimonianze storiche, come nel caso del prete brigante Ciro Annicchiarico, altre volte frutto di fantasia e immaginazione, come per l’origine della nota “pupa baffuta” che è oramai uno dei prodotti più noti dell’artigianato ceramico locale, e che si racconta ricordi l’imposizione dello “ius primae noctis” ad una fanciulla locale, seguito dal goffo tentativo di vendetta del geloso marito.
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Amore e morte
Come spesso accade, in queste vicende si intrecciano amore e morte, torbide passioni e sentimenti cristallini, in una sorta di yin e yang in cui ogni emozione diventa lo specchio della sua opposta complementare.
In questo racconto, presente nella raccolta curata da Pietro Pierri ed edita dalla pluriassociazione San Francesco de Geronimo, la voce narrante è quella di una giovane ragazza che racconta le ultime ore di vita del suo fidanzato, ingiustamente condannato a morte per le losche trame del potente di turno, spalleggiato da un clero corrotto e favorito dalla interessata testimonianza di una contadina.
Tutti sanno la verità ma nessuno osa ribellarsi, per timore di subirne le conseguenze. Drammatica la conclusione del racconto, in cui la ragazza annuncia di volersi togliere la vita vicino al cadavere del suo amato ed invita i superstiti ad una vendetta senza pietà contro i responsabili di questa ingiustizia.