Taranto e i Riti della Settimana Santa sono un binomio ineludibile: la storia della città degli ultimi 500 anni si fonde con la rappresentazione massima della pietà popolare e la mostra Facies Passionis è una delle dimostrazioni.
Dalla donazione dei Calò delle statue di Cristo Morto e dell’Addolorata ad oggi di tempo e acqua sotto al canale navigabile ne è passata.
L’Arciconfraternita del Carmine dal 1675 custodisce i due simulacri e ad essi ne ha aggiunti altri sei, tutti insieme gli elementi costituiscono la Processione degli Augusti Misteri del Venerdì Santo a Taranto.
Indice
- Settimana Santa a Taranto
- La mostra Facies Passionis
- Gesù nell’Orto del Getsemani, Trapani
- Il Bacio di Giuda, Loseto
- La Flagellazione di Gesù, Rossano
- Ecco Homo, Carbonara
- La Condanna, Valenzano
- Cristo porta croce, Torremaggiore
- Incontro con la Veronica, Montescaglioso
- Gesù spogliato dalle vesti, Ceglie del Campo
- Gesù Morto, Montescaglioso
- Maria Santissima Addolorata, Supersano</li
- La Pietà, Mottola
- Gesù deposto e trasportato al sepolcro, Corigliano
- Il ritorno dal calvario, Francavilla Fontana
- Crocifisso, Taranto
- Lo scopo della mostra
Settimana Santa a Taranto
I Riti della Settimana Santa iniziano la Domenica delle Palme, con la Santa Messa e la benedizione dei ramoscelli di ulivo.
Il pomeriggio e la sera sono dedicati alle cosiddette gare, le assemblee straordinarie dei confratelli in cui vi è l’aggiudicazione per portare i simboli e i simulacri.
Prima dei Riti della Settimana Santa ci sono i Riti legati alla Quaresima: le Quarantore, l’Adorazione della Croce, A Forore, sono alcune della manifestazione di pietà popolare che legano le due confraternite, il Carmine e la SS.ma Addolorata e San Domenico alla città.
I Riti della Settimana Santa a Taranto nel cuore dei confratelli e delle loro famiglie durano però un anno intero: le marce funebri e i cosiddetti filmini (documentari video delle processioni) accompagnano la quotidianità di un modo di vivere la fede, seguendo tradizioni spirituali che vengono dai secoli.
Taranto, forte della sua tradizione, è divenuta la capitale italiana dei Riti Settimana Santa, una allocuzione che ci sentiamo di fare poiché il suo ruolo nel panorama della pietà popolare è di primaria importanza per partecipazione, storia e seguito.
Facies Passionis
Taranto presenta in questi giorni Facies Passionis – I volti della passione: la Chiesa del Carmine diventa un contenitore culturale, un museo, e ospita un grande momento di fede popolare che rappresenta la Settimana Santa.
Il percorso espositivo vede la presenza dei simulacri, di proprietà di altre Confraternite e di privati del sud Italia, con la partecipazione delle regioni di Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia.
Le statue o i complessi statuari, presentati all’attenzione dei fedeli e dei visitatori, saranno quattordici, quattro in più rispetto all’ultima edizione del 2020, realizzate prevalentemente in cartapesta e sorrette nelle singole processioni dei Misteri.
Gesù nell’Orto del Getsemani, Trapani
Il simulacro di Cristo nell’Orto del Getsemani, affidato al Ceto degli Ortolani di Trapani nel 1620, custodito nella Chiesa di Anime Sante del Purgatorio di Trapani e realizzato dall’artista Baldassarre Pisciotta.
Il Bacio di Giuda, Loseto
Il Bacio di Giuda, della famiglia Bellizzi di Loseto (Bari), di autore ignoto
La Flagellazione di Gesù, Rossano
La Flagellazione di Gesù della Confraternita Maria SS. Addolorata di Rossano (Cosenza), opera realizzata nel 1931 (con integrazione nel 1988) dai Maestri Gaucci e Malecore.
Ecce Homo, Carbonara (Bari)
L’Ecce Homo della Confraternita Opera Pia del Rosario di Carbonara (Bari), custodito nella Chiesa Madonna di Pompei e realizzato a fine 1800 dall’artista Nicola Depandis.
La Condanna, Valenzano
La Condanna, della famiglia Abbinante di Valenzano (Bari), realizzata nel 2006 dall’artista Santino Merico.
Cristo porta croce, Torremaggiore
Cristo porta croce, dell’Arciconfraternita del Rosario di Torremaggiore (Foggia), custodito nella Cappella gentilizia di Sant’Anna e realizzato nel 1928 dall’artista Pasquale Errico.
Incontro con la Veronica, Montescaglioso
Incontro con la Veronica, statua che arriva da Montescaglioso (Matera), Chiesa dell’Immacolata, Rettoria della Parrocchia Santi Pietro e Paolo, realizzata dall’artista G. Malecore nel 1917.
Il simulacro di Gesù spogliato dalle vesti, della famiglia Burdi-Palladino di Ceglie Del Campo (Bari), datazione presunta tra il 1915 e il 1925, realizzato dall’artista Francesco Giancane di Lecce.
Gesù Morto, Montescaglioso
Cristo Morto, custodito nella Chiesa di Sant’Agostino di Montescaglioso (Matera), proprietà della parrocchia Santi Pietro e Paolo, realizzato nel 1920 dall’artista leccese Giuseppe Manzo.
Maria Santissima Addolorata, Supersano
Maria Santissima Addolorata, della Confraternita Maria Santissima Immacolata di Supersano (Lecce), custodita nell’omonima Chiesa e realizzata agli inizi del ventesimo secolo, autore ignoto ma presumibilmente della scuola dell’artista salentino Manzo.
La Pietà, Mottola
La Pietà, della Confraternita del Carmine e Purgatorio di Mottola (Taranto), realizzata dai fratelli Gallucci nel 1985.
Gesù deposto e trasportato al sepolcro, Corigliano
La statua di Gesù deposto e trasportato al sepolcro, che arriva da Corigliano (Cosenza), di proprietà della Congrega Maria Santissima dei Sette Dolori, opera dell’artista Luigi Guacci e acquistata nel 1942.
Il ritorno dal calvario, Francavilla Fontana
Il ritorno dal calvario, della Confraternita Maria Santissima di Francavilla Fontana (Brindisi), realizzato dall’artista Luigi Guacci nel 1905.
Crocifisso, Taranto
Il Crocifisso dell’Arciconfraternita di Maria Santissima del Carmine di Taranto, custodito nell’omonima Chiesa, di anno e autori ignoti.
Lo scopo della Mostra Facies Passionis
Con Facies Passionis 2023, nel solco del percorso intrapreso, s’intende soprattutto riaffermare la pietà popolare come pratica devozionale delle nostre comunità. Le processioni, le statue, i simboli, viste non solo come manifestazione pubblica di fede, ma come testimonianza di una storia, di un vissuto, di una cultura che ancora oggi, a distanza di tanti anni, sono in grado di parlare al cuore e all’anima di tante persone e probabilmente anche in grado di suscitare emozioni e senso di appartenenza in chi non è cattolico praticante.