Il 31 gennaio, giorno della festa, dall’alba in poi vi sono messe ad ogni ora; la messa delle 10 è riservata al pontificale dell’arcivescovo. Le messe terminano alle ore 13 per consentire mezz’ora dopo l’uscita della processione.
Un sacramentale, detto “l’Olio di S. Ciro”, veniva amministrato per tradizione fin da quando S. Francesco De Geronimo istituì la festa: un sacerdote in cotta e stola ungeva con una piuma intinta nell’olio consacrato secondo il rituale romano, la fronte dei fedeli che si accostavano, recitando le seguenti parole: «Per intercessione di S. Ciro e per questa sacra unzione il Signore ti liberi dal peccato e da ogni male»(10).
Da notare pure la pratica devozionale della «Guardia a S. Ciro»: un gruppo di fedeli a larga prevalenza femminile prega ininterrottamente e veglia davanti all’immagine sacra il giorno della vigilia, dalla mattina al pomeriggio.
La processione esce alle 13,30 in punto e dura circa sei ore circa. Parte da piazza Regina Margherita, antistante la chiesa madre, e attraversa il centro storico; sale oltre il castello, devia per la zona orientale della cittadina, ripiega per la zona Nord-Ovest e poi rientra dalla parte occidentale.
La statua, posta su artistica base lignea dorata, è portata a spalle da quattro uomini. Per poterla trasportare, fino al 1978, si faceva un’asta che è stata abolita per evitare abusi e discussioni. Possono portare quindi la sacra immagine gli appartenenti alle confraternite che fanno richiesta all’arciprete o al comitato; l’assenso non è vincolato a nessuna offerta che rimane libera, analogamente per coloro che sostengono i quattro lampioncini attorno alla statua. Sono le confraternite ad aprire la processione, e cioè: Preziosissimo Sangue o Nome di Dio, Rosario, Carmine e Sacramento.
Tradizionalmente accanto alla statua fanno bella figura carabinieri in alta uniforme; a questi si sono aggiunti ultimamente anche rappresentanti in alta uniforme della Polizia Municipale e della Polizia di Stato.
Il numero dei fedeli è sempre notevole e si aggira su molte migliaia di persone; l’età prevalente è quella della maturità, ma non mancano bambini, giovanissimi e anziani. Vengono rappresentati tutti gli strati sociali: casalinghe, contadini, pensionati, operai, impiegati, professionisti e in particolare i medici che per consuetudine seguono immediatamente la statua. Il clero precede il simulacro: l’arciprete, rivestito di piviale rosso sorregge l’ostensorio che racchiude la reliquia di S. Ciro. Dietro la statua è la banda che esegue marce religiose.
Le autorità civili e militari partecipano alla processione di libera iniziativa. Seguono alcune centinaia di devoti scalzicon in mano grossi ceri accesi: sono in genere coloro che hanno fatto un voto o una promessa al santo, per impetrarlo o ringraziarlo; perciò questi non temono le avverse condizioni del tempo e procedono incuranti a piedi scalzi.
Infine le diverse migliaia di fedeli in atteggiamento raccolto, recitando preci e cantando inni sacri, senza fanatismi e superstizioni. Al rientro in chiesa madre si celebra la messa solenne con panegirico del santo.