Il settore della ristorazione resta a tutt’oggi uno dei più colpiti dalla crisi scaturita dalla pandemia da Covid-19. In questi due anni, tra la paura del contagio, il lockdown e le restrizioni imposte dal governo, le varie misure messe in atto ultimamente, sono proprio i ristoratori a pagare un alto prezzo della crisi.
Cresciuto il numero delle disdette, cresciuto il numero di chi rinuncia a sedersi in un locale per timore, maggiori imposizioni sulla selezione della clientela, stanno continuando a mettere in serie difficoltà i ristoratori.
L’Unione Ristoratori Puglia, dopo due anni di lotta annuncia lo stato di agitazione permanente e lancia un SOS per evitare una nuova crisi del settore: “Sta accadendo quanto temevamo. Il comparto della ristorazione sta affrontando un nuovo lockdown ma questa volta indotto e non imposto. Dopo due anni di chiusure prolungate, sacrifici, perfino suicidi dettati dalla disperazione ma anche grande determinazione nel risollevarsi per arrivare alla tanto promessa “Normalità “. Ci ritroviamo, dopo un dicembre deludente tra paure e disdette con ristoranti vuoti, frigoriferi pieni e tutte le spese da pagare (65 % di fatturato in meno a livello nazionale rispetto al 2019).
Il settore HO.RE.CA a livello nazionale esprime 340 mila imprese e quasi 1 milione e mezzo di occupati. Se non interverranno misure adeguate seguiranno inevitabili licenziamenti, non possiamo aggiungere debito al debito. Questo contesto è fortemente aggravato da un incontrollato incremento dei costi delle materie prime e delle utenze energetiche (l’ultimo dato parla di aumenti pari al 69%).” prosegue la nota diffusa ai media.
Molti altri ristoratori, anche a livello nazionale stanno facendo sentire la loro voce, facendo notare che sono ben altri gli affollamenti più preoccupanti (trasporti, supermercati, ad esempio) rispetto a chi va a sedersi in un locale prestando molta attenzione al distanziamento. Oggi, visto l’elevato numero dei contagi, si corre nuovamente il rischio di un drammatico crollo, che potrebbe anche essere fatale per chi ancora non è riuscito a risollevarsi.
“Il settore della ristorazione ha rappresentato un riferimento essenziale per l ‘economia del Paese e della nostra Puglia in particolare, sia per la filiera agroalimentare (oggi in profonda crisi di liquidità) che per il comparto turistico. La difficile situazione che stiamo vivendo e la grande incertezza sul futuro delle nostre attività ci spinge a riannodare i fili del percorso di condivisione e di unione che all’inizio di questa pandemia noi operatori del settore avevamo avviato.
Rimettiamo insieme intelligenze e competenze per rivendicare diritti e proporre soluzioni urgenti che evitino il collasso. Con l’obiettivo di non lasciare nessuno indietro. Il Governo
non può far finta che vada tutto bene! Non basta restare aperti per lavorare, servono le condizioni minime necessari ed un clima favorevole.
Chiediamo in prima istanza:
▪ Sostegno all’occupazione e fondi di gestione erogati con criteri equi.
▪ Azzeramento imposte comunali per il 2022.
▪ Moratoria finanziaria e fiscale rispetto ai mutui ed agli impegni assunti a causa dell’emergenza Covid.
▪ Calmierizzazione e rateizzazione bollette energetiche aziendali attraverso fondi di copertura statali.
▪ Credito di imposta sui canoni di locazione per tutto il periodo dell’emergenza.
Il settore della ristorazione entra in stato di agitazione permanente e chiede adesioni e condivisioni di questo percorso da parte di tutti gli operatori del settore con la finalità di aprire un dialogo con le istituzioni e pensare insieme a forme di mobilitazione pacifiche.” conclude la nota firmata Unione Ristoratori Puglia.