Nell’ultimo Consiglio dei Ministri, è stato approvato il decreto legge sugli incendi boschivi volto a rafforzare la prevenzione e il contrasto ai roghi, a seguito dei tragici episodi verificatisi quest’estate che hanno portato all’emanazione dello stato di emergenza lo scorso 26 agosto per le regioni Calabria, Molise, Sardegna e Sicilia. Il decreto affida al Dipartimento della protezione civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri il compito di stilare, con cadenza triennale, il Piano Nazionale per il rafforzamento delle risorse umane, tecnologiche, aeree e terrestri necessarie per una più adeguata prevenzione e lotta attiva contro gli incendi boschivi, documento che andrà ad integrare la consueta pianificazione regionale, prevedendo anche l’impiego di strumenti innovativi come tecnologie, anche satellitari, idonee all’integrazione dei sistemi previsionali, di sorveglianza, monitoraggio e rilevamento dell’ambiente; mezzi aerei ad ala fissa, rotante o a pilotaggio remoto. In base al Decreto Incendi, il Ministero dell’Interno e il Ministero della Difesa, sono autorizzati – già nel 2021 – all’acquisizione di mezzi aerei, mezzi terrestri, attrezzature e strumentazioni utili alla lotta attiva agli incendi boschivi anche già nell’anno in corso, con risorse aggiuntive a cui si affiancano le risorse disponibili nel PNRR nell’ambito della transizione ecologica. Nell’ambito della Strategia per lo sviluppo delle aree interne, vengono stanziati 100 milioni nel triennio 2021-2023 in favore degli enti territoriali impegnati nella lotta attiva agli incendi boschivi. Tali stanziamenti consentiranno di dare concreta attuazione a quanto previsto dai Piani antincendio boschivi approvati dalle Regioni, in particolare: contrastare l’abbandono di attività di cura del bosco, prevedere postazioni di atterraggio dei mezzi di soccorso, realizzare infrastrutture (ad esempio vasche di rifornimento idrico utili ad accelerare gli interventi di spegnimento degli incendi), predisporre vie di accesso e tracciati spartifuoco e manutenere le aree periurbane. Il Decreto Incendi inasprisce le sanzioni – sia amministrative che penali, in particolare per l’ipotesi in cui ad appiccare il fuoco sia chi avrebbe invece il compito di tutelare il territorio (viene, al riguardo, introdotta una specifica aggravante) – e mira a colpire gli interessi degli autori degli illeciti, ad incentivare la collaborazione con le indagini e a favorire condotte volte alla riparazione del danno causato.
Prevenzione e contrasto degli incendi
Un Decreto evidentemente necessario e atteso da più parti, in particolare in quei territori in cui le fiamme hanno lasciato profonde cicatrici che impiegheranno anni per essere curate.
Abbiamo ancora tutti negli occhi lo spettacolo tragico e spaventoso dei due incendi che a Ferragosto hanno devastato la pineta Frantella alla periferia di Grottaglie e le polemiche infuocate (è il caso di dirlo!) che sono divampate tra la amministrazione D’Alò e l’opposizione in merito agli strumenti di prevenzione da impiegare ed al finanziamento non concesso dalla Regione Puglia a causa del mancato aggiornamento del catasto incendi.
“Una risposta adeguata
“Si tratta di una risposta adeguata e decisiva per il contrasto agli incendi che, purtroppo, hanno devastato i nostri territori nelle ultime settimane – dichiara il deputato Giuseppe L’Abbate, esponente M5S in Commissione Agricoltura alla Camera – Il provvedimento ridisegna una nuova governance del sistema di previsione e spegnimento che migliora e rafforza le azioni di prevenzione degli incendi, potenziando con 40 milioni di euro le componenti statali impegnate nella lotta attiva.
Ulteriori fondi, pari a 100 milioni di euro per il prossimo triennio, sono stanziati per le aree interne e per i Comuni delle isole minori per la realizzazione di opere come postazioni di atterraggio dei mezzi di soccorso, vasche di rifornimento idrico, tracciati spartifuoco, vie di accesso che saranno considerate di pubblica utilità.
Fondamentali, poi, – prosegue il deputato M5S – le nuove misure di contrasto e prevenzione da attuare nei piani regionali come il fuoco prescritto e la pratica del controfuoco, da noi fortemente richieste. Le regioni, inoltre, dovranno sostituirsi ai Comuni inadempienti nell’aggiornamento del catasto dei soprassuoli incendiati e, su questo, invitiamo il Governo della Regione Puglia ad essere vigile e attento”.
“Infine – conclude Giuseppe L’Abbate – ottimo l’inasprimento delle pene per chi commette reato con abuso di potere o violazione dei doveri legati al servizio spegnimento, l’estinzione del rapporto di lavoro nel caso di dipendenti pubblici o l’incapacità di contrattare con la Pubblica Amministrazione nonché il ravvedimento operoso per coloro che collaborano con le autorità.
Un provvedimento che cercheremo sicuramente di migliorare ulteriormente in sede di conversione”.