“I teloni che coprono i vigneti svolgono una funzione fondamentale: proteggono le piante e sono utili al processo di sviluppo dell’uva. Diffidiamo chi ne criminalizza l’uso e prende di mira gli agricoltori: così facendo non si fa un buon servizio né all’agricoltura né all’ambiente”. E’ Raffaele Carrabba, presidente di CIA Agricoltori Italiani della Puglia, a intervenire su una polemica che, negli ultimi giorni, si è incentrata sull’uso dei teloni a copertura dei vigneti per l’uva da tavola.
Un problema da risolvere
Il problema dello smaltimento dei teli di copertura dei tendoni si ripropone oramai da anni in Puglia, in parallelo con l’aumentato impiego di questo ausilio – semplice ma efficace – che protegge le piante dal maltempo e contribuisce al miglioramento della produzione.
“La questione va posta senza colpevolizzare né i produttori né uno strumento che, in quanto tale, deve essere utilizzato nel modo migliore e poi smaltito seguendo i dettami della normativa”, ha aggiunto Sergio Curci, responsabile GIE Ortofrutta di CIA Puglia.
Proprio sullo smaltimento, CIA Agricoltori Italiani della Puglia, ha recentemente espresso il proprio favore verso un’iniziativa che metta nelle condizioni gli agricoltori di smaltire il materiale utilizzato nei campi a costi e con modalità più sostenibili, soprattutto attraverso accordi con i consorzi delle aziende di raccolta e smaltimento dei rifiuti.
Un settore da tutelare
Quello dell’uva da tavola è un settore di particolare importanza per la Puglia in generale e per il territorio di Grottaglie in particolare.
La Puglia è infatti la prima regione italiana per numero di aziende, quantità e qualità della produzione di uva da tavola. Il dato complessivo regionale si attesta su una superficie di 25.085 ettari utilizzati e una produzione di 6.400.000 quintali, con la provincia di Bari che da sola registra 10.750 ettari utilizzati e una produzione annuale pari a 2.332.000 quintali.
Insomma, da una parte c’è la necessità di proteggere il lavoro e le speranze di un anno di lavoro, dall’altra l’imperativo categorico di tutelare l’ambiente.
Raccordare economia ed ambiente
“Non sono soltanto numeri di eccezionale rilievo”, ha dichiarato Sergio Curci, “ma si tratta soprattutto di reddito per migliaia di lavoratrici e di lavoratori, posti di lavoro, un’economia di filiera che è motore trainante del nostro export. Stiamo parlando di una ‘industria a cielo aperto’ che dà da mangiare più dell’Ilva. Allora è chiaro che, anche in questo caso, occorre attivarsi a tutti i livelli per sostenerla, non per prenderla di mira come se tutto l’inquinamento del mondo dipendesse dai teloni che proteggono i vigneti. E’ un problema, e noi lo sappiamo, ma come tale va affrontato e risolto. Senza criminalizzare un intero settore e l’utilizzo di una tecnica, quella dei teloni, che ha determinato una svolta fondamentale per proteggere la produzione e anche per regolarne i tempi, così da riuscire a rispondere alle esigenze del mercato”.
“Per la sostenibilità ambientale in agricoltura, questo è un tema cruciale”, ha spiegato Carrabba. “Colpevolizzare e stigmatizzare non serve a un bel niente, se poi il problema non viene affrontato e risolto con soluzioni più avanzate e concrete. La ricerca sta facendo importanti passi in avanti, l’auspicio è che anche per i teloni utilizzati sui vigneti possano essere utilizzabili a prezzi più abbordabili dei materiali ecocompatibili”.