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Dopo un serrato confronto tecnico con le Regioni e le Province autonome e la consultazione dei rappresentanti della filiera vitivinicola, la Conferenza Stato-Regioni ha raggiunto nella seduta odierna l’intesa sul decreto ministeriale relativo alla distillazione di crisi.

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Cos’è la distillazione di crisi

Questa misura, in deroga al Piano nazionale di settore, è stata prevista dal Regolamento comunitario dello scorso 30 aprile al fine di fronteggiare la crisi economica conseguente alla pandemia da Covid-19.

Al finanziamento della misura sono destinati complessivi 50 milioni di euro, attraverso la rimodulazione dei fondi disponibili per il Piano nazionale del settore vitivinicolo, assegnando alla distillazione di crisi parte dei fondi inizialmente destinati al finanziamento della misura delle distillazione dei sottoprodotti, per un importo di 10 milioni di euro, parte di quelli relativi al pagamento dei saldi della misura della promozione del vino sui mercati dei Paesi terzi e delle economie realizzatesi nella misura, per un importo di 18 milioni di euro.

A ciò si aggiungono 22 milioni di euro derivanti da probabili economie di spesa che si realizzeranno nel corso dell’esercizio finanziario 2019-2020. L’aiuto, che verrà elargito ai produttori da Agea, sarà pari a 2,75 euro per % Vol/hl alcool e sarà concesso attraverso la stipula di un massimo di 2 contratti di distillazione per i volumi di vino comune giacenti in cantina per la produzione di alcol per usi industriali, farmaceutici e per la produzione di disinfettanti o energetici, purché abbia una gradazione alcolica minima di 10° vol.

Dop e Igp sono fuori dalla distillazione, anche se sono diverse le denominazioni in sofferenza per il crollo dei consumi tra marzo e giugno.

Le reazioni degli addetti del settore

Il provvedimento ha suscitato da subito interesse negli operatori, anche se alcuni esponenti del mondo cooperativo lamentano che i valori degli aiuti sono troppo bassi rispetto a quelli attuali di mercato e che, pertanto, si rischia di rendere poco appetibile un provvedimento che, se non ben gestito, potrebbe rivelarsi un boomerang per l’economia del settore, favorendo le speculazioni ribassiste.

Ancora, altri commenti sottolineano che il provvedimento giunga in ritardo e con fondi insufficienti. Insomma, la distillazione di crisi non entusiasma alla unanimità la filiera vitivinicola, dove alcuni giudicano poco vantaggioso usufruire degli aiuti previsti anche a causa degli importi previsti, che potrebbero rivelarsi insufficienti.

Ulteriori perplessità sono sollevate dal mondo della distillazione nazionale, che avrebbe visto più di buon’occhio un ristoro economico diretto al pari di quanto stabilito da Francia e Spagna.

“Provvedimento utile a riconquistare il posto che il vino italiano merita nel palcoscenico mondiale”

La distillazione di crisi è destinata al vino comune, non a denominazione di origine o indicazione geografica, e consente di togliere dal mercato quantitativi di vino che potrebbero creare turbative, con ripercussioni sui prezzi – dichiara il Sottosegretario alle Politiche Agricole, Giuseppe L’Abbate .

“Sosteniamo il settore e, al contempo, rendiamo disponibile alcol da utilizzare a fini industriali, quindi anche per la produzione di disinfettanti. Ringrazio tutti per il lavoro svolto e per aver trovato un accordo tra le diverse esigenze di un settore che aveva iniziato in grande spolvero il 2020 ma che ha dovuto subire in maniera devastante l’impatto della pandemia, con la relativa chiusura del canale Horeca in Italia e all’estero che rappresenta lo sbocco commerciale privilegiato per il comparto vitivinicolo nazionale.

Siamo certi che con politiche di sostegno e di rilancio – conclude il Sottosegretario L’Abbate – potremo riconquistare il posto che il vino italiano merita nel palcoscenico mondiale”.

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