Approvato dal Consiglio dei ministri un decreto legge per affrontare il disagio abitativo causato dalla crisi economica che da anni colpisce l’Italia. Il cosiddetto “Piano Casa” prevede interventi per 1 miliardo e 741 milioni di euro con tre obiettivi: il sostegno all’affitto a canone concordato, l’ampliamento dell’offerta di alloggi popolari, lo sviluppo dell’edilizia residenziale sociale.
Obbiettivo principale del provvedimento è offrire un sostegno economico ai tanti che oggi – senza colpa – non riescono più a pagare l’affitto, aumentando di 100 milioni il Fondo nazionale per il sostegno all’accesso alle abitazioni in locazione e di 226 milioni il Fondo destinato agli inquilini morosi incolpevoli. Il Fondo nazionale per il sostegno all’accesso alle abitazioni in locazione aveva già una dotazione di 100 milioni – 50 per il 2014 e altri 50 per il 2015 – e vede quindi raddoppiarsi le somme a disposizione, che passano a 100 per il 2014 e 100 per il 2015. Il Fondo destinato agli inquilini morosi incolpevoli aveva invece una dotazione di 40 milioni di euro che passa a 266 milioni ripartiti negli anni 2014-2020.
Per favorire l’immissione sul mercato degli alloggi sfitti si riduce dal 15 al 10%, per il quadriennio 2014-2017, l’aliquota della cedolare secca di cui si potrà usufruire anche in caso di abitazioni date in locazione a cooperative o a enti senza scopo di lucro, purché sublocate a studenti con rinuncia all’aggiornamento del canone di locazione o assegnazione. Per attenuare le tensioni sul mercato delle locazioni – 2,5 milioni di famiglie in affitto pagano un canone superiore al 40% del loro reddito – la norma prevede che le risorse del Fondo Affitto siano destinate anche alla creazione di strumenti a livello comunale che svolgano una funzione di garanzia terza fra proprietario e affittuario: per i mancati pagamenti del canone e per eventuali danni all’alloggio. La norma prevede inoltre che le procedure previste per gli sfratti per morosità si applichino sempre alle locazioni di cui al presente comma, anche per quelle per finita locazione.
Sul fronte delle misure per l’ampliamento dell’offerta di edilizia residenziale pubblica, si prevede un Piano di recupero di immobili e alloggi di edilizia residenziale pubblica (ex Iacp) che beneficerà dello stanziamento di 400 milioni di euro con il quale finanziare la ristrutturazione con adeguamento energetico, impiantistico e antisismico di 12.000 alloggi. Inoltre viene previsto un ulteriore finanziamento di 67,9 milioni di euro per recuperare ulteriori 2.300 alloggi destinati alle categorie sociali disagiate – con reddito annuo lordo complessivo familiare inferiore a 27.000 euro, nucleo familiare con persone ultrasessantacinquenni, malati terminali o portatori di handicap con invalidità superiore al 66 per cento, figli fiscalmente a carico e che risultino soggetti a procedure esecutive di rilascio per finita locazione -.
Con l’obiettivo è incrementare l’offerta di alloggi sociali anche attraverso attività di recupero, manutenzione e gestione del patrimonio di edilizia residenziale pubblica senza consumo di nuovo suolo, viene prevista la conclusione di accordi con regioni ed enti locali per favorire l’acquisto degli alloggi ex Iacp da parte degli inquilini e destinare il ricavato al recupero e alla realizzazione di nuovi alloggi. Per favorire l’acquisto degli alloggi da parte degli inquilini è prevista la costituzione di un Fondo destinato alla concessione di contributi in conto interessi su finanziamenti per l’acquisto degli alloggi ex Iacp, che avrà una dotazione massima per ciascun anno dal 2015 al 2020 di 18,9 milioni di euro per un totale di 113,4 milioni.
Si prevede che per gli anni 2014, 2015 e 2016 ai soggetti titolari di contratti di locazione di alloggi sociali adibiti a propria abitazione principale spetta una detrazione complessivamente pari a: 900 euro, se il reddito complessivo non supera i 15.493,71 euro; 450 euro, se il reddito complessivo supera i 15.493,71 euro ma non supera i 30.987,41 euro. I redditi derivanti dalla locazione di alloggi nuovi o ristrutturati non concorrono alla formazione del reddito d’impresa ai fini Irpef/Ires e Irap nella misura del 40% per un periodo non superiore a dieci anni dalla data di ultimazione dei lavori.
Trascorsi almeno 7 anni dalla stipula del contratto di locazione, l’inquilino ha facoltà di riscattare l’unità immobiliare. Chi acquista ha 2 vantaggi: l’Iva dovuta dall’acquirente viene corrisposta solo al momento del riscatto e non all’inizio; il reperimento del fabbisogno finanziario residuo per l’acquisto è rimandato al momento dell’atto di acquisto. Chi vende rimanda la tassazione Ires e Irap sui corrispettivi delle cessioni alla data del riscatto.
Per contrastare l’occupazione abusiva, chi occupa abusivamente un immobile che non potrà chiedere né la residenza, né l’allacciamento ai pubblici servizi. Una norma che mira al ripristino delle situazioni di legalità che l’attuale quadro normativo non riesce a garantire. Infine, sul fronte del bonus mobili, la spesa per l’acquisto di mobili a seguito di ristrutturazione, su cui sono previste detrazioni Irpef potrà essere superiore a quella per la ristrutturazione stessa. Il tetto massimo per la spesa complessiva resta a 10mila euro.