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Dal 1° giugno per le imprese ricettive non alberghiere scatta l’obbligo di indicare e pubblicare il Codice identificativo di Struttura (CIS); per le strutture non in regola sono previste pesanti sanzioni (multe sino a 3 mila euro).

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Arriva il Codice identificativo di Struttura

Dopo quasi due anni dalla Legge regionale 57 del 2018 che lo istituiva – commenta il presidente provinciale delle Imprese dell’Ospitalità extra alberghiera Confcommercio, Cosimo Miola – finalmente il via libero all’adozione del Codice identificativo, uno strumento di controllo che faciliterà l’attività di contrasto all’abusivismo che purtroppo è un fenomeno di dimensioni enormi e che rappresenta una forma di concorrenza davvero sleale per le imprese che lavorano nella legalità, che sono dotate di Scia e che ottemperano a tutti gli obblighi in materia di sicurezza, igiene, lavoro, pubblica sicurezza, etc. E’ un peccato che si sia perso del tempo e si sia consentita una crescita incontrollata di attività ricettive abusive, spesso non rispondenti agli standard di qualità e che, in qualche caso hanno contribuito a danneggiare l’immagine dell’offerta ricettiva extra alberghiera provinciale e regionale, come puntualmente è emerso anche la scorsa estate in varie recensioni sui social o in articoli di stampa. L’approvazione della legge regionale 57 – dopo il ricorso della Regione Puglia nei confronti del Governo che l’aveva bloccata nel 2019- alla prima seduta di Giunta del 2020, da il via libera alle nuove regole che da giugno diverranno operative e consentiranno agli organi di controllo (amministrazioni pubbliche, polizia , guardia di finanza) di poter fare le dovute verifiche e di dare così le giuste risposte a chi fa vera impresa .

Abusivismo ricettivo, piaga da combattere

Il fenomeno dell’abusivismo ricettivo – rimarca la nota di Confcommercio – è una piaga per tutto il settore della ricettività alberghiera ed extra alberghiera, ed al quale hanno dato il loro decisivo contributo le piattaforme che pubblicano qualsiasi tipo di annuncio senza alcuna distinzione.

“Ora si auspica che – conclude Miola– anche Airbnb, dove ad agosto scorso erano quasi 40 mila e 500 gli annunci a livello regionale, ed altri come Booking richiedano il CIS ai fini della pubblicazione dell’annuncio. L’introduzione del Codice rappresenta una maggiore garanzia anche per l’ospite che potrà accedere ad una offerta ricettiva monitorata.”

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