Nel 2018 sono stati effettuati sequestri per quasi 139mila euro, mentre per il 2019, sino ad oggi, ci si attesta interno ad un ammontare di oltre 60mila euro.
Sono i risultati dei controlli relativi alle truffe sull’olio d’oliva condotti dall’ICQRF (Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari): ad annunciarlo in Commissione Agricoltura alla Camera è la sottosegretaria alle Politiche Agricole Alessandra Pesce in risposta ad una interrogazione che chiedeva il rafforzamento dei controlli lungo tutta la filiera così da tutelare i produttori nazionali e i consumatori.
“Grazie all’istituzione del registro telematico degli oli d’oliva, il controllo è diventato più puntuale e tempestivo, proprio grazie al monitoraggio dei flussi di olio movimentati – ha dichiarato la sottosegretaria Pesce – I commercianti di olive, i frantoi, le imprese di condizionamento, i commercianti di olio sfuso, le raffinerie, i commercianti di sansa sono obbligati alla tenuta di un registro per ogni stabilimento e deposito, nel quale sono annotati, a seconda dei casi, le produzioni, i movimenti e le lavorazioni riguardanti le olive, la sansa e gli oli d’oliva, indipendentemente se destinati al mercato nazionale od estero. Ciò permette di monitorare le singole movimentazioni di ogni stabilimento – ha proseguito nella sua risposta Alessandra Pesce – e di conoscere i nominativi con i relativi indirizzi dei soggetti, nazionali o esteri, coinvolti nella movimentazione stessa. Vengono svolti altresì accertamenti analitici su campioni prelevati in tutte le fasi della filiera, con particolare attenzione al commercio e alla distribuzione avvalendosi l’ICQRF di una propria rete qualificata di laboratori e di comitati di assaggio ufficiali (panel) che, nel caso degli oli d’oliva, procede al controllo di tutti i parametri relativi alla genuinità ed alla qualità dei prodotti previsti dalla regolamentazione comunitaria”.
Novità, poi, sul versante dell’etichettatura dove “sono in corso approfondimenti da parte degli esperti chimici per poter inserire altre informazioni come ad esempio quelle riguardanti i polifenoli ed altri elementi”. Ma anche il Parlamento è pronto a fare la sua parte contro i fenomeni contraffattivi e l’illecita commercializzazione di oli riportanti l’indicazione di un’origine diversa da quella effettiva, a tutela del pregio e dell’eccellenza dei prodotti nazionali.
“Per punire con più precisione e consistenza i cosiddetti furbetti dell’olio d’oliva si rende necessario svecchiare l’attuale normativa, ferma alla legge 1407 del 1960 – dichiara il deputato Giuseppe L’Abbate, esponente M5S della Commissione Agricoltura alla Camera – Per questo ho presentato una proposta di legge che mira ad adeguare il panorama sanzionatorio nazionale in funzione delle designazioni e definizioni degli oli di oliva e degli oli di sansa di oliva così come previste dal legislatore dell’Unione europea, creando una sorta di ‘testo unico’ sanzionatorio. Una proposta che – conclude L’Abbate (M5S) – mi auguro discuteremo quanto prima a Montecitorio a difesa dell’oro verde, dei suoi produttori e dei suoi estimatori”.