«Dopo un anno di incontri, proposte e proteste del settore e nonostante una legge nazionale con cui si è ribadito ciò che era già chiaro nelle disposizioni normative, la Regione Puglia non ha ancora provveduto ad approvare il protocollo per la produzione e movimentazione di piante specificate in area demarcata a Xylella fastidiosa, costringendo i vivai a mancati guadagni e perdite occupazionali.» Lo dichiara in una nota il deputato pugliese Giuseppe L’Abbate, esponente M5S della Commissione Agricoltura alla Camera.
«Il Comitato Fitosanitario Nazionale,spiega L’Abbate, riunitosi più volte nel corso dell’ultimo anno, ha ribadito all’Osservatorio Regionale della Puglia cosa andava fatto e con che modalità, lo dimostrano i verbali stilati ed approvati. La produzione e la commercializzazione di piante specificate in area infetta è liberamente consentita dalla decisione (UE) 2015/789. La decisione vieta il rilascio del Passaporto delle piante all’interno dell’area infetta e le piante che sono state prodotte in area infetta non possono essere movimentate nell’area tampone. Dall’area delimitata non può essere movimentato materiale vegetale di piante specificate e ospiti, verso le aree indenni, salvo che l’azienda vivaistica di produzione, non sia conforme ai requisiti di cui all’articolo 9, comma 2, della decisione (UE) 2015/789 e, in tal caso, esso sarà accompagnato da regolare passaporto delle piante. Infatti, l’analisi sulle piante non è sufficiente a dichiararle indenni dal batterio.
In pratica – afferma il parlamentare pentastellato pugliese, nonostante sia trascorso un anno da quando è stata sollevata la faccenda dal Coordinamento Vivaisti Pugliesi, la Regione Puglia non ha ancora concesso i permessi ai vivaisti per produrre e commercializzare all’interno delle zone delimitate. E ciò non solo dopo le continue rassicurazioni da parte del Comitato Fitosanitario Centrale ma anche dopo che è stato necessario intervenire nella conversione in legge del Decreto Emergenze Agricole ribadendo le disposizioni comunitarie che permettono ai vivaisti nelle zone delimitate di poter continuare a lavorare.
Sono passati oltre venti giorni dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della legge 21 maggio 2019, n. 44 e gli uffici regionali erano consapevoli della norma da almeno altri ulteriori trenta giorni: tutto questo tempo non è stato sufficiente a redigere un protocollo ed approvare una semplice determina per permettere ad un comparto di non dover ancora pagare lo scotto della Xylella fastidiosa. Se il Governatore Emiliano ha deliberatamente deciso di annientare un intero comparto pugliese, peraltro sino ad oggi virtuoso e fiorente, lo dica in maniera chiara.
Avrebbe dovuto venire incontro loro con bandi PSR dedicati a quegli operatori che opteranno per gli adeguamenti strutturali necessari per essere riconosciuti siti indenni e invece – conclude il deputato 5 Stelle – è da un anno che non permette neppure ciò che è già stato chiarito a livelli normativi superiori. Cos’altro si aspetta: che chiudano tutti, licenziando il personale?»