«Adesso è ufficiale. La TAV Torino – Lione è un’opera che costa troppo e non serve a nulla!». È categorico il verdetto del deputato pugliese Emanuele Scagliusi, capogruppo M5S della Commissione Trasporti alla Camera dei Deputati, al termine dell’analisi costi-benefici resa pubblica dal Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT), Danilo Toninelli.
Gli esperti della Struttura Tecnica di Missione del MIT hanno completato le valutazioni sulla nuova linea ferroviaria Alta Velocità/Alta Capacità Torino-Lione, producendo l’analisi costi-benefici e la relazione tecnico-giuridica previste dal Contratto di Governo.
«Ora abbiamo tutti i dati necessari per ridiscutere completamente l’opera con la Francia e con l’Unione Europea, come prevede il contratto di Governo – prosegue Scagliusi – L’analisi costi-benefici evidenzia l’enorme spreco rappresentato dal Tav Torino-Lione, che costerebbe 12 miliardi con una perdita secca di 7-8 miliardi, i vantaggi per un totale di 800 milioni. È questa l’entità del rapporto tra i costi e i benefici su un trentennio di esercizio dell’opera, tenendo conto del solo esborso per il completamento. La decisione finale, come è naturale che sia, spetta ora al Governo stesso nella sua piena collegialità. Per rendere sostenibile l’opera il traffico merci dovrebbe essere 25 volte superiore all’attuale. Il tutto per un’opera inutile che sarebbe pronta nel 2030 e farebbe ‘risparmiare’ 40 minuti di tempo”.
Anche l’analisi giuridica dice che rinunciare all’opera potrebbe costare agli italiani alcune centinaia di milioni, mentre la gran parte dei fondi Ue in ballo potrebbe comunque essere oggetto di una nuova negoziazione politica. I vantaggi ambientali sul minor traffico su strada, inoltre, risultano essere irrisori. Siamo partiti dai dati dell’Osservatorio Torino-Lione del 2011 e che ora è in possesso di un’indagine obiettiva e accurata, realizzata da un gruppo di studiosi che fanno capo alla Struttura Tecnica di Missione del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e di cui nessuno ha mai contestato la competenza.
Sia considerando lo scenario più ottimistico sui flussi sovrastimati di merci trasportate, sia considerando quello più realistico, l’esito è lo stesso: costi troppo elevati. Per rendere sostenibile l’opera il traffico merci dovrebbe essere 25 volte superiore all’attuale. E per giunta i vantaggi ambientali legati al minor traffico su strada sarebbero irrisori. Investiamo quelle risorse in Italia, per migliorare e potenziare il trasporto pubblico e la qualità della vita dei pendolari.
Investiamo quelle risorse per manutenzione e opere utili per il Mezzogiorno e per l’Italia – conclude Scagliusi – Ci sono centinaia e centinaia di strade e ponti su tutto lo Stivale che avrebbero bisogno di manutenzione e collegamenti che avrebbero bisogno di intermodalità per migliorare la vita dei pendolari. È li che vogliamo utilizzare le risorse. È giunto il momento di fare le opere utili ai cittadini».