«Grottaglie da oggi non avrà più un suo rappresentante nel Consiglio della Provincia di Taranto.» Comincia con questa presa d’atto la nota del Partito Democratico di Grottaglie che commenta l’esito delle elezioni in via Anfiteatro.
«Si sono svolte,ricorda la nota del PD grottagliese, le elezioni di secondo livello per eleggere il nuovo Consiglio Provinciale e in lizza, nella lista del Patto dei Sindaci, vi erano ben due consigliere di maggioranza, l’uscente Ciro Petrarulo e Massimo Zimbaro, che non sono riusciti ad essere eletti.
Pur avendo i numeri per eleggerlo, lasciare il fronte della Provincia senza presidio da parte di rappresentanti della città è stata una cosa grave, per l’importanza che la stessa riveste sulle tante questioni ancora aperte, compresa la questione discarica. Un fronte che da oggi rimarrà esposto alle istanze di altri territori.
Purtroppo ancora una volta la bramosia di poltrone e le ambizioni personali hanno vinto sul bene comune, sulla possibilità che la nostra città possa essere rappresentata nelle istituzioni di livello superiore, sia essa la Provincia o la Regione.
Ha vinto l’ambiguità, la trasversalità, il trasformismo di questa Amministrazione, ostaggio di veti incrociati tra consiglieri che non sono riusciti a trovare una sintesi tra loro e che sta solo facendo galleggiare il governo della citta’ tutto a discapito dei cittadini.
Infatti il Sindaco D’Alò non può pretendere di tenere insieme, come un piccolo Michele Emiliano qualunque, chi fa riferimento al Presidente della Provincia Gugliotti, chi a Cassano (centrodestra) e chi invece dice di essere di una sinistra di lotta, ma che di essa non ha più neppure la parvenza. Il tempo della doppiezza è finito.
Il dato politico che ne esce, secondo il Partito Democratico di Grottaglie, da questa tornata elettorale, è che per incapacità politica o per un disegno ben preciso, la Città di Grottaglie e le sue istanze non saranno rappresentate in Consiglio Provinciale, continuando quella tradizione caratterizzata da una visione politica miope, che guarda più agli interessi personali che a quelli della città.»